Il mondo è pieno di misteri e di luoghi bizzarri o abbandonati che riescono ad evocare nella mente delle persone le storie più fantasiose oppure, nel corso del tempo, delle vere e proprie leggende. Uno di questi luoghi si trova in Giappone, alle falde del Monte Fuji, il vulcano più alto e uno dei simboli dello stato nipponico: si tratta della Foresta di Aokigahara.

Conosciuta anche con il nome di Jukai (lett. Mare di Alberi), la foresta si estende per 35 chilometri quadrati ed è caratterizzata da profonde caverne di ghiaccio, rocce laviche e da una vegetazione talmente fitta da frenare il vento, rendendo il luogo particolarmente silenzioso e suggestivo.
La foresta di Aokigahara però, è conosciuta in tutto il Giappone per la sua unicità: infatti è il luogo dove viene registrato ogni anno il maggior numero di suicidi dello stato, e il secondo in tutto il mondo dopo il Golden Gate Bridge di San Francisco, negli USA.
Le statistiche sono variate nel corso degli anni, ma è stato registrato un aumento graduale del numero di suicidi: nel 2004 si sono tolte la vita 108 persone, mentre nel 2010 ci sono stati circa 250 tentativi di suicidio.

La foresta è diventata il luogo scelto dai suicidi giapponesi, grazie al romanzo Kuroi Jukai (lett. Il nero mare di alberi) dello scrittore Seicho Matsumoto, pubblicato nel 1960. La storia parla di due amanti che si danno la morte proprio nella foresta di Aokigahara. Dal 1960 il numero dei suicidi è esponenzialmente aumentato, tanto che lo stato ha posto nella zona cartelli in giapponese ed in inglese per distogliere le persone dai loro intenti, e dal 1970 sono state organizzate ronde che hanno sventato molte morti, ma la particolare conformazione della foresta ha sempre reso impossibile mettere in atto misure efficaci.
Ma non è tutto: sembra infatti che il luogo abbia acquisito la sua cattiva fama già prima del romanzo di Matsumoto. Fin dal XIX secolo, e forse anche prima, una leggenda narra che la foresta era il luogo dove andavano a morire gli Ubasute, ovvero i membri più anziani delle famiglie che, in tempi di carestie, sceglievano la morte per non pesare sulle proprie famiglie, e si trasformavano in Yurei, spiriti rabbiosi. Tutt’ora si racconta che gli spiriti infuriati dei morti infestino gli alberi e le caverne di Aokigahara.