È il Coronavirus o Mers, sindrome respiratoria mediorientale, a preoccupare da qualche mese l’Organizzazione mondiale della Sanità, riunita in un Comitato d’emergenza a Ginevra per affrontare un problema che potrebbe diventare un’epidemia. Tredici i paesi interessati dal pericolo che però, a oggi, non costituisce un caso globale, ma potrebbe diventarlo se non tenuto sotto controllo.
La MERS è una patologia causata dal coronavirus MERS-CoV, individuato per la prima volta il 24 settembre 2012 dal virologo egiziano Dr. Ali Mohamed in Arabia Saudita. Il virus causa della malattia è simile a quello Sars, ma provocherebbe una maggiore mortalità, che si aggira intorno al 30%, contro il 10% della Sars. Il periodo d’incubazione dura dai due ai sette giorni, raramente fino a dieci, i sintomi sono quelli di una normale influenza, febbre pari o superiore ai 38 °C, brividi, mal di testa, dolori muscolari e malessere e in alcuni casi anche diarrea. Dopo circa una settimana dall’infezione i pazienti presentano tosse secca e seri problemi respiratori che sfociano in polmonite.
La sindrome si è diffusa già in tredici Paesi: in Egitto, Grecia, Giordania, Kuwait, Libano, Malesia, Oman, Filippine, Qatar, Arabia saudita, Yemen, e da qualche giorno si hanno notizie di due casi negli Stati Uniti. Al momento non ci sono prove di numerose trasmissioni del virus da uomo a uomo e non sono ancora state attuate le procedure del “Public Health Emergency of International Concern”, quelle cioè usate in caso di un’emergenza di salute pubblica di rilievo internazionale. Da marzo a oggi i contagi, prima presenti per lo più in Arabia Saudita, dove risultano 139 decessi, sono aumentati velocemente fino ad arrivare negli USA, dove due infermieri sono stati messi in quarantena perché presentavano sintomi preoccupanti.
Il Ministro della salute italiano, Beatrice Lorenzin, ha affermato che non ci sono allarmi nel nostro Paese ma che comunque si dovrà tenere alto il livello di allerta e seguire le direttive dell’Oms per evitare contagi. Dalla riunione di martedì il Comitato d’emergenza ha stabilito le direttive da seguire per tutti gli Stati membri: potenziare le politiche nazionali per la prevenzione e il controllo delle infezioni, soprattutto negli Stati colpiti dal virus; supportare i Paesi più vulnerabili; informare operatori sanitari e popolazione; controllare costantemente la diffusione della malattia. La prossima riunione dell’Oms è stata programmata per giugno, con la speranza che la situazione resti sotto controllo.