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Alda Merini, una delle più grandi poetesse italiane

Alda Merini nasce a Milano nel 1931 in viale Papiniano. Della sua infanzia non si conosce molto, qualcosa si sa solo attraverso brevi note autobiografiche, che scrisse lei stessa.

Ragazza sensibile e dal carattere malinconico, piuttosto isolata e poco compresa dai suoi genitori, ma che trovò conforto nello studio, che considerò sempre una sua parte vitale.

Alda è divisa tra un padre colto, che a cinque anni le regala un vocabolario, e una madre severa, che vede per lei unicamente un futuro di moglie e di madre, non di donna di cultura e infatti le proibisce il ricorso alla biblioteca paterna. Non solo, parla anche con la maestra della figlia per stabilire uno speciale ritiro scolastico. Alda si vendica andando in giro a mendicare vestita di stracci, come se fosse di famiglia povera, facendo così dispetto all’alta considerazione dello status di famiglia, che ha la madre.

Parliamo dunque di una giovane ribelle. Una consuetudine particolare che aveva, era quella di ricoprire le pareti della sua camera di scritte e numeri di telefono con la penna, la matita o addirittura con il rossetto. Gesto che ne testimonia dunque la grande estrosità e singolarità del carattere.

Esordisce come autrice giovanissima a 15 anni: attraverso una sua insegnante delle medie, fu presentata ad Angelo Romanò, che, colpito dalle sue doti letterarie, la mise subito in contatto con Giacinto Spagnoletti, che divenne la sua guida.

Ottiene una recensione da parte di Spagnoletti di una sua poesia ed, emozionatissima, la mostra al padre, che però reagisce strappandola in mille pezzi  e dicendole: Ascoltami, cara, la poesia non dà il pane”.

Ma nonostante la contrarietà del genitore, Alda seguiterà su questa strada, tanto che verrà pubblicata per la prima volta nel 1950 da Spagnoletti. Entra in contatto con diversi poeti nel corso del suo cammino, come Eugenio Montale e Salvatore Quasimodo.

Per quanto riguarda la vita privata, nel 1953 la donna sposa Ettore Carniti, operaio e sindacalista, in seguito proprietario di alcune panetterie di Milano. In quello stesso anno e negli anni a seguire vengono pubblicate delle sue raccolte di poesie.

Nasce poi la prima figlia Emanuela, al cui pediatra, Pietro De Pascale, dedicherà la raccolta di versi “Tu sei Pietro”. Nasce nel ’57 la secondogenita Flavia.  Viene poi internata in un ospedale psichiatrico dal ’64 al ’72, con alcuni ritorni in famiglia, durante i quali nascono altre due figlie, che però saranno affidate ad altre famiglie.

Riprende poi a scrivere nel ’79 producendo il suo capolavoro “La Terra Santa”, raccolta che contiene testi sulla sua drammatica esperienza all’ospedale psichiatrico. Le pene per la scrittrice proseguono: muore il marito ed è ignorata dal mondo letterario. Le viene però offerto uno spazio su una rivista, per pubblicare le sue poesie. E così via via riprende il suo successo e si rimette in scena.

Alda Merini muore il 1 novembre del 2009 all’età di 78 anni, a causa di un tumore osseo.

Oggi è considerata una delle più grandi poetesse italiane contemporanee, candidata al premio Nobel per la letteratura e vincitrice di diversi premi, come il Librex Montale.

Una grande donna, che nel corso della sua vita è stata isolata, denigrata ma anche scoperta e riscoperta di continuo.