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Alberto Stasi parla per la prima volta dal carcere: “Non ho ucciso Chiara Poggi”

Alberto Stasi parla per la prima volta dal carcere Bollate, dove sta scontando la pena per l’omicidio di Chiara Poggi. Stati è stata intervistato nel corso di uno speciale de Le Iene, interamente dedicato all’efferato omicidio di Garlasco. Nell’agosto del 2007, Chiara Poggi, 26 anni, viene trovata assassinata nella villetta di famiglia a Garlasco, in provincia di Pavia. Alberto Stasi, fidanzato della donna, viene subito iscritto nel registro degli indagati. Dopo essere stato riconosciuto innocente in due occasioni, nel 2015 ,al quinto processo, viene condannato a 16 anni di reclusione come unico colpevole dell’omicidio.

Le parole di Alberto Stasi

Dopo 7 anni passati in carcere senza rilasciare dichiarazioni Stasi ha rilasciato un’intervista dove racconta la sua versione dei fatti. L’uomo, oggi 38 anni, al tempo dei fatti appena 24enne, si è sempre dichiarato innocente. “Nell’immaginario comune un innocente in carcere è un qualcuno che soffre all’ennesima potenza – dice Stasi –  Per me non lo è, semplicemente perché la mia coscienza è leggera. Alla sera quando mi corico io non ho nulla da rimproverarmi”.

Nel corso dello speciale viene ripercorso tutto il processo, definito dallo stesso Stasi come indiziario e senza prove. “Una volta lo scambio dei pedali, un’altra volta il test solo presuntivo, e l’alibi che mi viene cancellato, l’orario della morte che viene spostato. Non c’era desiderio di cercare la verità perché una volta può accadere, la seconda volta può passare, ma non possono esserci una terza, una quarta, una quinta, per sette anni”

Stasi ha poi raccontato dell’interrogatorio e del conseguente arresto. “Ero spaventato ma anche abbastanza sereno, quella tranquillità di chi ha la convinzione di potere chiarire le cose – ha spiegato – in quella notte l’accertamento era preliminare, puoi anche aspettare quello definitivo, perché hai fretta di portare in carcere una persona sulla base di un risultato ancora parziale? Non c’era motivo ma il meccanismo si era messo in moto”.

E poi quali sono i progetti futuri quando uscirà di prigione. “Oggi ho 38 anni e ho in mente di mettere a frutto tutte le esperienze negative che ho vissuto, un bagaglio conoscitivo che non può essere acquisito diversamente. È un impegno diverso rispetto a quello che potevo desiderare quando avevo 24 anni, in cui volevo fare carriera nell’azienda più grande d’Italia, tanto per fare un esempio”.