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Alabama l’elegia per diritti umani di John Coltrane

 

Alabama, l’elegia dolente  di John Coltrane.

Era il 15 settembre del 1963 e il Ku Klux Klan commise un attentato all’interno di una chiesa Battista, nella cittadina di Birmingham, Alabama.

Morirono quattro ragazzine, mentre si preparavano al servizio religioso. Furono infatti trovate ancora con le vesti del coro dopo l’esplosione. Si trattava di Denise McNair, Carole Robertson, Addie Mae Collins,Cynthia Wesley.

” Eroine di una Santa Crociata” secondo le parole cariche di dolore, del Reverendo Martin Luther King, il quale tenne una sentita omelia durante il funerale delle giovani a poche settimane dal leggendario discorso di Washington in cui pronunciò la famosissima frase ” I have a dream”.

Non poteva restare sordo a tali parole, chi di certo aveva un buon orecchio in fatto di diritti civili e di musica che trasformasse quella tragedia in una mesta, dolorosa, e sublime elegia in note.

”Il sangue versato da queste ragazze innocenti possa portare tutta la cittadinanza di Birmingham a trasformare gli estremi negativi di un passato oscuro negli estremi positivi di un futuro luminoso. Che questo tragico evento possa portare il Sud bianco a una resa dei conti con la sua coscienza.”

Alabama, l’elegia di John Coltrane  nacque in seno a quella tragedia e sotto la scorta  di un discorso che mosse le coscienze non soltanto dei presenti. Brano strumentale incluso nell’album Live at Birdland del 1963. Alabama fu eseguito per la prima volta col quartetto classico, durante un’apparizione televisiva in una puntata del programma Jazz Casual.

Coltrane lo incise  con la volontà che risuonasse come un canto funebre, in un’unica sessione di registrazione di notte, precisamente il 18 novembre del ’63, ad Englewood Cliffs.

Il sassofono apre il brano, Coltrane pare essere tutt’uno con l’immagine del Reverendo King durante l’omelia, seguono poi accordi più grevi, come il dolore provato dopo la tragedia dagli stessi fedeli, segue una pausa ad un certo punto, pausa contemplativa e di meditazione, un raccoglimento necessario per ricordare le parole di King, per resistere alle barbarie e poi la rabbia delle ultime note, l’incontro con gli altri musicisti, l’incontro con la famiglia umana per gridare con sofferenza contro il cielo, l’inalienabilità di tutti i diritti umani.