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Al via il progetto sulla salute mentale dopo il COVID

Sta per partire un nuovo progetto a carattere scientifico,  per studiare la salute mentale dei bambini e degli adolescenti dopo il periodo di COVID.

Il progetto è promosso dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza in collaborazione con l’Istituto superiore di sanità e il Ministero dell’istruzione.

Il progetto è su scala nazionale e coinvolgerà regioni quali la Campania, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana e Sicilia.

L’iniziativa scientifica è di durata triennale con tre step intermedi – che mirano a offrire un quadro esaustivo della situazione: é previsto uno studio epidemiologico che coinvolgerà fino a 7.500 minorenni suddivisi in tra fasce di età: 6-10, 11-13 e 14-18 anni.

A causa del Covid e delle restrizioni, il 16,5% della popolazione afferma di avere sintomi di depressione. Il dato diventa eclatante tra i più giovani: nella fascia tra i 18 e i 25 anni si sale al 34,7%, più del doppio; e più in generale  quasi la metà della popolazione (49,1%) afferma di aver accresciuto il proprio nervosismo in questo periodo.

Sono arrivati numerosi segnali d’allarme a proposito di casi di disagio, autolesionismo, disturbi alimentari scorretti, dipendenze da alcol o droghe, provenienti spesso da alcuni dei principali reparti di neuropsichiatria infantile italiani, che impongono un approfondimento. Questo progetto vuol comprendere in maniera scientifica quanto sia esteso e profondo il fenomeno e capire in generale cosa si può fare per affrontarlo efficacemente”– ha dichiarato l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, Carla Garlatti.

È evidente che la pandemia ha lasciato residui tossici della situazione vissuta, soprattutto nei bambini e negli adolescenti; di cui le cause sono molteplici :

  • Non avere contatti fisici, reali, con i propri pari e l’impossibilità di giochi, resi possibili dagli spazi e dall’appartenenza ad un gruppo, generano irrequietezza e sintomi psicosomatici.
  • La routine scolastica è un meccanismo importante che permette ai giovani di organizzarsi: anche i bambini notano l’assenza di assistenti regolari e possono diventare irrequieti, nell’attesa che la loro quotidianità venga ripristinata.


“Tutto questo ponderato per la condizione pandemica rende assolutamente necessario per l’istituzione scuola avere un supporto”- afferma il ministro Bianchi- “Abbiamo bisogno di un sostegno all’istituzione che diventi più attenta, affettuosa e che abbia capacità di ascolto di quei segnali per i quali non si trovano le parole. Dobbiamo tornare ad una scuola affettuosa in cui per la crescita cognitiva dei ragazzi la relazione sia altrettanto importante del contenuto. La pandemia ha portato a rendere evidente
il disagio: c’è stato un aumento che reputo pericoloso di farmaci per vincere l’ansia,un aumento di casi di auto-lesionismo e un ricorso a situazioni psichiatriche” .