Ci sono voluti 10 anni, ma alla fine l’accordo è arrivato: la Russia fornirà gas alla Cina. A partire dal 2018, circa 38 miliardi di metri cubi di gas partiranno ogni anno dalla Siberia attraverso un gasdotto di circa 2000 chilometri, non ancora realizzato, con destinazione Cina Orientale. Il contratto, dal valore di 400 miliardi di dollari, è stato firmato da Alexei Miller, Chief Executive Officerdella Gazprom, una delle più grandi compagnie mondiali nel campo della produzione del gas, e da Zhou Jiping, presidente di China National Petroleum Corporation.
L’accordo, che ha avuto delle ripercussioni in borsa con il titolo Gazprom che ha guadagnato un 2% subito dopo la notizia, era nell’aria. Si lavorava da tempo alla buona riuscita dell’affare. Un primo passo risale al 2009, con il raggiungimento dell’accordo quadro tra i due colossi degli idrocarburi, seguito dopo circa un anno da accordi più precisi. Altro passo decisivo è datato marzo 2013 con la firma di un memorandum d’intesa sul progetto, seguito, l’anno dopo, da un comunicato dei capi dei due gruppi nel quale si affermava di aver trovato un’intesa su molti punti chiave del maxi accordo. La conclusione della vicenda si è avuta ieri a Shangai con la firma dell’accordo avvenuta in presenza del presidente cinese Xi Jinping e di quello russo Vladimir Putin, giunto in terra cinese per discutere di un incremento della cooperazione tra i due paesi e degli scambi bilaterali, con l’intento di portarli a 100 miliardi di dollari entro il 2015.
L’Occidente guarda con estremo interesse al nuovo accordo. La crisi ucraina, infatti, ha indotto la Russia a cercare di conquistare mercati alternativi sui quali poter piazzare il gas. Il mercato cinese potrebbe così fare da cuscinetto, attutendo i colpi di eventuali sanzioni da parte di Stati Uniti e Unione Europea. Probabilmente, proprio l’urgenza di trovare nuovi sbocchi sarebbe alla base di un accordo firmato anche a cifre più basse rispetto a quelle iniziali. Fino all’anno scorso l’Europa poteva fare la voce grossa, essendo uno dei clienti più importanti di Mosca con i suoi 160 miliardi di metri cubi di gas acquistati. Adesso gli scenari cambiano completamente, perché la Cina già da adesso ha le potenzialità per essere un mercato più grande di quello europeo. Il rapporto tra i due paesi, inoltre, potrebbe ulteriormente rafforzarsi in futuro se Pechino dovesse confermare l’intenzione di aumentare le importazioni di gas, che andrebbe a sostituire il carbone nel processo di produzione di energia elettrica. In tal caso, si prevede una richiesta di circa 186 miliardi di metri cubi di gas.
Nel frattempo, sulla questione è intervenuto il presidente della Commissione Europea José Barroso che, in una lettera a Putin, ha voluto assicurarsi che la Russia continui a far arrivare gas all’Europa attraverso l’Ucraina.