Presso l’Università di Stanford sono in fase di progettazione acceleratori di particelle più piccoli, che si differenziano molto, quanto a dimensioni, rispetto al Large Hadron Collider (Lhc – ndr), utilizzato al Cern di Ginevra. Essi non solo sono piccoli, ma comportano un minore dispendio di energia.
In particolare si è studiata la maniera di spingere il fascio di particelle mediante il plasma, ottenendo elevate velocità in uno spazio di pochi metri: il gruppo di ricerca che sta lavorando a tale studio è coordinato da Michael Litos e sta esaminando la possibilità di estendere l’applicazione di tali nuovi acceleratori anche alla sicurezza, alla medicina e all’industria.
La materia non si manifesta semplicemente e per tal motivo l’unico modo finora accertato di svelarne i segreti più nascosti è quello di far collidere tra loro le particelle ad un’elevata velocità: per questa ragione sono stati progettati e realizzati, nel corso degli anni, degli acceleratori di particelle sempre più grandi, di cui il numero uno è proprio quello che attualmente si trova al Cern di Ginevra.
Tuttavia la ricerca che si sta svolgendo negli Stati Uniti potrà perfezionare tali apparecchiature, creandone altre molto più piccole, meno dispendiose e soprattutto applicabili anche in altri settori, oltre a quello di stretta pertinenza della ricerca. Siamo fieri di annoverare in questo ambizioso progetto anche i ricercatori italiani dell’istituto di fisica nucleare che stanno lavorando ad un laser, che ha il compito di potenziare ulteriormente la potenza delle onde di plasma e conferire una velocità ancora più elevata agli elettroni.