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Accademia della Crusca: la custodia dell’italiano

L’Accademia della Crusca ha origine a Firenze verso la fine del Cinquecento, quando un gruppo di amici, formato da poeti, letterati e uomini di diritto, si ritrovano per gioco senza osservare alcuna rigida regola imposta dallo stile severo dell’Accademia fiorentina protetta dal granduca Cosimo I de’ Medici.

A partire dal 1583 l’Accademia si indirizza verso lo scopo di mostrare e conservare la bellezza del volgare fiorentino modellato sugli autori del Trecento. È da quel momento che perde l’impronta giocosa per assumere il ruolo normativo che conserverà fino a oggi. Ufficialmente l’Accademia nasce il 25 marzo 1585. Il simbolo scelto è quello del “frullone“, lo strumento utilizzato per separare la parte buona della farina dalla crusca. Questo simbolo è una metafora, la quale sta a significare ciò a cui aspira la nuova istituzione: distinguere la parte pura della lingua (la farina) da quella cattiva (la crusca).

Oggi l’Accademia della Crusca è considerata la più antica accademia linguistica nel mondo e rappresenta uno dei principali punti di riferimento per le ricerche sulla lingua italiana. L’Osservatorio degli italianismi nel mondo è una banca dati dedicata a tutte le parole italiane e di origine italiana entrate nell’uso di altre lingue. Di importante interesse l’impegno dell’Accademia della Crusca per gli italiani nel mondo, infatti l’Accademia fiorentina collabora con il Ministero degli Esteri per la Settimana della lingua italiane nel mondo e ha promosso VIVIT: VIVI ITALIANO, cioè un archivio digitale al cui interno si trovano materiali didattici, testi e documentazioni iconografiche e multimediali per la conoscenza allʹestero del patrimonio linguistico e storico‐culturale italiano.

La Crusca partecipa a programmi televisivi quali Buongiorno Regione della Tgr Rai, ha promosso progetti dedicati al lessico dell’italiano televisivo e a quello dell’italiano radiofonico. Inoltre l’Accademia si è assunta il compito di riflettere sull’emergenza sanitaria da un punto di vista linguistico con #LaCruscaAcasa: le parole della pandemia.