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domenica, 4 Giugno 2023

L’acariasi respiratoria

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Claudio Melluso
Claudio Melluso
Collaboratore XXI Secolo. Medico Veterinario specialista in patologia aviare e del coniglio (Napoli).

L’acariasi respiratoria è una patologia sostenuta da un parassita artropode, l’acaro Sternostoma tracheacolum, che compie il proprio ciclo vitale nei diversi distretti dell’apparato respiratorio degli uccelli. Le specie allevate in cattività maggiormente colpite sono senza dubbio i canarini ed i diamanti di gould.

Il ciclo biologico del parassita ha una durata media di 14-20 giorni; gli adulti si accoppiano e la femmina depone numerose uova che rapidamente schiudono liberando le larve. La presenza massiva dell’acaro determina danneggiamenti della mucosa tracheale, dei polmoni e dei sacchi aerei con conseguente grave infiammazione e produzione di muco.

La sintomatologia caratteristica consiste in dispnea, scolo, rumori respiratori (spesso avvertiti come dei periodici “click”), tosse. L’abbattimento e l’inappetenza, nonché la possibilità di gravi ostruzioni da muco e le frequenti sovrainfezioni batteriche, possono determinare in breve tempo la morte del soggetto. Il contagio avviene attraverso il contatto diretto o indiretto con secreti ed escreti degli animali mediante l’imbecco reciproco tra adulti o della nidiata da parte dei genitori, gli starnuti o oggetti contaminati.

La diagnosi è spesso presuntiva anche se in caso di infestazioni massive di soggetti a cute chiara è possibile mediante transilluminazione identificare in trachea i parassiti che appaiono come minuscoli puntini neri. L’esame microscopico degli scoli o delle feci (i parassiti sono spesso deglutiti) può consentire l’identificazione dell’acaro, tuttavia riscontri negativi non possono con certezza consentire di escludere la patologia la cui diagnosi è spesso soltanto autoptica. I sintomi, inoltre, sono comuni a numerose altre affezioni dell’apparato respiratorio quali, tra le altre, il diftero-vaiolo, l’atoxoplasmosi, infezioni batteriche, asma, reattività da allergeni ambientali o sostanze tossiche.

La terapia consiste nella somministrazione spot-on (non è necessaria la via orale) di specifici prodotti antiparassitari applicati con periodicità indicate dal veterinario. Spesso è necessario associare al trattamento diretto contro il parassita anche antibiotici ed aerosol.

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