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8 marzo: giornata di riflessioni e uguaglianza

Oggi, 8 marzo è la giornata internazionale della donna. Definire questo giorno, festa, è sbagliato, in quanto esso rappresenta piuttosto, una celebrazione e dunque una riflessione sull’importante ruolo della donna, sia nella società, sia nel mondo del lavoro.

L’idea di una giornata internazionale della donna nasce nel febbraio del 1909 negli Stati Uniti, su iniziativa del Partito socialista americano. L’anno seguente, nel 1910, la proposta venne accolta anche da Clara Zetkin a Copenaghen, durante la Conferenza internazionale delle donne socialiste.

La donna è vita, appartiene alla quotidianità delle piccole cose e con gli aspetti semplici della realtà, si affianca all’uomo, che spesso, ancora oggi, non le dà il rispetto che merita. 

Probabilmente, l’istituzione della giornata internazionale della donna, rappresenta la volontà di svelare il valore nascosto di ogni donna, e la voglia di andare oltre, attraverso la riflessione, sottolineando l’importanza della presenza femminile come qualcosa di fondamentale. Infondo, è ciò che affermava anche la filosofia antica, infatti, i cosiddetti nietzschiani ricordano ancora oggi, che “l’uomo è qualcosa che dev’essere superato”; naturalmente, quest’affermazione, contestualizzata, si rifà, al ruolo assoluto di alcuni uomini, che pretendono ancora oggi di sottomettere la propria donna, considerandola semplicemente un oggetto, al di là della propria identità.

Oltre alla filosofia, e alla concezione sopracitata, anche in ambito psicologico, è spesso sottolineata l’importanza della donna, in particolar modo nel pensiero di Freud, padre della psicoanalisi, il quale affermava che “l’unica distinzione tra uomo e donna è che le donne non hanno distinzioni”. Il pensiero di Freud dovrebbe far riflettere, soprattutto in riferimento ad oggi 8 marzo, e naturalmente non solo oggi. È un monito, l’uomo e la donna sono uguali, anche se probabilmente esiste una sorta di invidia, presumibilmente atavica, tra i due generi. Secondo alcuni psicoanalisti ma è convinzione comune anche tra molti filosofi e pensatori del passato, l’uomo percepisce bene che la donna sa in realtà cavarsela meglio, intendersela con la vita. In generale l’uomo è più idealista, ha paura della vita con la quale non ha un rapporto diretto come la donna.

Sono ancora in molti coloro che pensano che quello della disparità tra uomo e donna non sia un problema presente in tutte le società. Rispetto a cinquant’anni fa le donne lavorano, in alcuni casi anche a tempo pieno; hanno la possibilità di scegliere da sole il proprio destino, di divorziare dal proprio compagno e di vestire come meglio credono. Indubbiamente si tratta di conquiste importanti, che però ancora non soddisfano, perché sono troppi i casi nei quali le donne vengono offese, derise, umiliate. 

l’8 marzo, dovrebbe essere come una flagranza che si espande in un ambiente, inviluppandolo del tutto. Così come il profumo del fiore scelto come simbolo di questa giornata, la mimosa. La scelta dei fiori gialli della mimosa risale al 1946: le organizzatrici delle celebrazioni a Roma cercavano infatti un fiore che fosse di stagione e costasse poco: la mimosa, appunto. Un fiore semplice ed accessibile a tutti, scelto come simbolo delle donne. Un fiore fragile che dovrebbe ricordare ogni giorno, e non solo l’8 marzo, quanto le donne siano importanti, e soprattutto dare loro eguali diritti, senza discriminazione alcuna.