Il 4 novembre 1876 si spegne a Napoli Luigi Settembrini, tra i fautori della kermesse politica e culturale del processo di unificazione nazionale.
Troppo presto per il patriota, letterato e scrittore che 24 anni dopo vedrà l’Austria-Ungheria sedere a Padova per firmare l’armistizio di Villa Giusti nel 1918.
Esponente della classe forense partenopea Luigi Settembrini nasce in un contesto familiare cresciuto nel cosmo politico e culturale della Repubblica Napoletana del 1799, vicina a spiriti illuministi meridionali come Mario Pagano e Domenico Cirillo, da cui trasse le idee liberali e successivamente patriottico-risorgimentali.
Per coglierne la sostanza ideale e umana esempio focale è dato da Ricordanza della mia vita, in cui lo sfondo biografico senza soggiacere al memoriale si accende dell’engangement dell’intellettuale.
Il carcere e l’esilio durante le vicende dei moti risorgimentali, l’associazionismo mazziniano-carbonaio e massonico si muovono in concomitanza con l’interesse letterario sospinto dagli studi universitari e l’interesse politico ideologico negli anni 40′ e 50′ dell’800′.
La concezione elaborata dal Settembrini prevede un’educazione dall’alto del popolo, che dalle classi alte si irradia verso il basso, in cui l’elitarismo convive con derivazioni illuministico-liberali.
Rilevante nella caratura del Settembrini, in cui si coglie anche la pregnanza pedagogico- didascalica rivolta alle future classi dirigenti del neonato stato italiano è data dalla pratica dell’insegnamento universitario e dal ruolo letterario.
Nelle Lezioni di Letteratura Italiana composte e pubblicate tra 1866 e 1872, Settembrini traccia originali posizioni culturale avulse da una laicizzazione della scuola avente un apporto coscienziale dato dal connotato assiologico di elementi quali tolleranza, umanesimo e democrazia.
Analoghi posizioni sono rinvenibili già nell’antecedente produzione come nel discorso Dello scopo civile della letteratura, edito durante i moti del 1848, in cui già presenta in embrione il progetto delle Lezioni.
Dell’attività letteraria e critica del Settembrini va ricordato anche il lavoro critico e parzialmente filologico nella traduzione dell’opera di Luciano di Samosta, edite nel 1862 e la cura critica verso Il Novellino di Masuccio Salernitano.