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3 gennaio 1521: Lutero fu accusato di eresia

Il 3 gennaio 1521, con la bolla Decet Romanum Pontificem, Martin Lutero venne scomunicato da Papa Leone X. L’accusa era quella di eresia.

Nel 1521 l’imperatore Carlo V aveva invitato Martin Lutero alla Dieta di Worms, nel corso della quale avrebbe avuto modo di “scusarsi” per quanto scritto. Il frate però si rifiutò di revocare quanto dichiarato, e affermò con convinzione: “Qui sto. Non posso altrimenti. Dio mi aiuti. Amen”.

Il riferimento era chiaro: Lutero criticò la prassi ecclesiastica delle indulgenze, convinto dell’impossibilità di surrogare la mancanza della fede con le opere.  

A quel tempo si pensava che dopo la morte, i parenti della persona defunta dovessero pagare delle specifiche preghiere, chiamate appunto indulgenze, per far sì che il proprio caro raggiungesse il paradiso e quindi il riposo eterno.

Il 3 gennaio ha ufficialmente inizio la Riforma protestante

La riscossione delle somme provenienti dalla vendita delle preghiere che avrebbero dovuto salvare dagli inferi il defunto, venne affidata a una vera e propria banca che rilasciava “certificati ufficiali”, stabilendo delle tariffe variabili secondo la natura del peccato e la classe sociale del peccatore.

La bolla emanata contro Martin Lutero il 3 gennaio 1521 diede ufficialmente inizio alla Riforma protestante.  

Il primo pilastro della suddetta Riforma fu la vendita delle indulgenze, fortemente criticate dal frate, convinto che il paradiso non si potesse comprare.

A tal proposito, Martin Lutero nel 1517 scrisse un documento articolato in 95 affermazioni, in cui contesta la vendita delle indulgenze e il diritto del pontefice a farne commercio.

L’argomento suscitò grande interesse tra la popolazione, che spesso s’indebitava per “acquistare” le preghiere e le funzioni religiose, che avrebbero dovuto aiutare il defunto. 

Martin Lutero e la concezione di Fede

Ma nonostante il consenso ottenuto tra la gente comune, la reazione di condanna del Papa non tardò ad arrivare e fu drastica.

Il 15 giugno 1520, Leone X emanò la bolla “Exsurge Domine” con la quale dava a Lutero sessanta giorni di tempo per ritrattare le sue tesi. Ciò non avvenne e Lutero il 3 gennaio del 1521 fu condannato per eresia.

I seguaci del frate, a seguito della condanna, strapparono, in segno di protesta, la bolla papale. Ma a salvare Lutero da un destino infausto fu il principe Federico di Sassonia; grazie sua protezione infatti, poté continuare a predicare e a tradurre in tedesco il Nuovo Testamento.

I capisaldi della dottrina luterana si basavano sostanzialmente sulla salvezza per sola grazia attraverso fede; ogni persona può salvarsi non compiendo buone azioni, ma solo con la Fede in Cristo e nella Sua opera salvifica.

La Riforma a quel punto diventò iarrestabile; la scomunica non diede nessun effetto; Lutero continua a scrivere, predicare e insegnare; traduce la Bibbia in tedesco. Ricordiamo che le 95 tesi formulate da Lutero, sono considerate dagli storici la causa scatenante che diede inizio allo scisma dal cattolicesimo, ufficializzato nel 1521 nel corso della Dieta di Worms.

La bolla Decet Romanum emanata dal Papa Leone X, di fatto non fu mai revocata e dunque ancora oggi rappresenta una pietra d’inciampo in ambito ecumenico, a proposito della quale teologi e storici dibattono senza timore. 

Papa Wojtyla prese posizione sulla questione, dichiarando: “La scomunica a Lutero non esiste più; essa ha un senso fin che uno è in vita. Con la morte, la scomunica ha fine”; l’occasione fu un incontro con i vescovi luterani.

Come ha recentemente dichiarato Papa Francesco: “Non si può cambiare il passato, ma allontanarsi”; infatti, la scomunica a Lutero formalmente esiste ancora ed in parecchi contesti e paesi è portatrice di pregiudizi morali e polemiche ideologiche, in un ambito non esclusivamente di carattere religioso.