Il 28 giugno 1867 nasce Luigi Pirandello a Girgenti, l’odierna Agrigento, da Caterina Ricci-Gramitto e Stefano, il quale pochi anni prima partecipa alla spedizione dei Mille.
Nel 1887 si iscrive alla Facoltà di Lettere a Roma, ma nel 1889 si trasferisce in Germania, dove si laurea nel 1891 con una tesi sul dialetto di Agrigento. Dopo pochi anni ritorna a Roma, dove inizia a scrivere le prime Novelle e i primi Romanzi, ma nel 1903 accadono due fatti che segnano sia la vita che le opere dello scrittore:
- Si allaga la miniera di zolfo appartenente ai genitori e cadono in rovina;
- Compare la malattia mentale della moglie che la costringerà in una casa di cura fino alla morte.
Dunque, i temi centrali delle sue opere sono dissesto economico, follia e prigione familiare. Le difficoltà economiche lo portano ad intensificare l’attività di scrittore e nascono i suoi romanzi più famosi:
- Il Fu Mattia Pascal (1904)
- I vecchi e i giovani (1909)
- Suo marito (1911)
- Quaderni di Serafino Gubbio operatore (1915)
In questo periodo ha inizio anche l’attività teatrale, con opere sia in siciliano che in italiano e spesso metteva in scena alcune delle sue stesse opere.
Il Pensiero
Per capire le idee di Pirandello bisogna concentrarsi su tre argomenti fondamentali delle sue opere:
- Vitalismo: La continua lotta dell’uomo moderno tra vita e forma
Per Pirandello la realtà è un continuo conflitto tra vita e forma. La vita è un flusso continuo, a cui si oppone la forma, fissa, che blocca la vita e la rende artificiale e porta inevitabilmente con sé il contrario della vita, ossia la morte.
L’uomo all’interno della società vive una continua lotta contro la forma, le costrizioni e le maschere che la società gli impone, che lo rendono estraneo a sé stesso e agli altri. Per l’autore questo contrasto non è superabile e l’uomo è destinato alla sconfitta.
2. Umorismo: il sentimento del contrario
Lo scrittore ci spiega che il nostro atteggiamento davanti alla negatività del mondo deve essere di tipo umoristico e ci spiega la differenza tra “umorismo” e “comico”.
Il comico è un “avvertimento del contrario”: vedo che qualcosa è contrario a come dovrebbe essere e rido. L’umorismo è invece “sentimento del contrario”: vedo qualcosa che è contrario a come dovrebbe essere e rifletto sulle ragioni profonde di quella diversità, su quello che c’è dietro la maschera e in questo caso si è consapevole della tragicità del mondo.
3. Metaletteratura: lo scontro tra realtà e finzione
Il terzo passaggio sarà capire perché ha deciso di scrivere e qual è la funzione della letteratura.
La letteratura per lui ha allo stesso tempo una funzione consolatoria, proponendosi come gioco umoristico, e opprimente, in quanto rappresenta la lotta continua tra vita e forma.
Tale scontro diventa uno scontro tra la realtà e la finzione, dal momento che la letteratura è di per sé una finzione, qualcosa che non esiste. Il nostro autore muore a Roma il 10 dicembre nel 1936.