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27 settembre: nascita di una “immensa” poetessa

Il 27 settembre venne alla luce l’unica poetessa italiana ad ottenere il Nobel per la letteratura: Grazia Deledda.

La scrittrice nacque a Nuoro  il 28 settembre 1871, quinta di sette tra figli e figlie di una famiglia benestante. Dopo aver frequentato le scuole fino alla quarta elementare, Grazia Deledda proseguì gli studi con un precettore dal momento che al tempo, anche in Sardegna, le ragazze non frequentavano le scuole superiori. Una formazione da autodidatta la sua.

Per comprendere la personalità  della scrittrice nata il 27 settembre, è fondamentale identificare quel complesso di compromessi e caratteristiche di moventi culturali e spirituali che contraddistinsero sin da subito la personalità quieta ma già profondamente poetica di Grazia Deledda. Ricordiamo che il 10 dicembre del 1927 a Stoccolma, la celebre autrice e poetessa italiana ricevette dall’Accademia di Svezia il premio Nobel per la letteratura. Una cultura si può dire variegata, quella della Deledda, da un lato la formazione etica ed intellettuale di una donna che diede prova della sua bravura, facendosi spazio nel panorama letterario italiano, dall’altro le origini umili, che la fesero speciale e comprensibile a tutti. Quella forte empatia che la identificava. Furono queste due componenti a preparare il terreno per le opere successive.

Il suo approccio l letterario iniziò ben presto, da quando strinse rapporti di collaborazione con le tante riviste famose.

Nel 1888 invia a Roma alcuni racconti, Sangue sardo e Remigia Helder, pubblicati dall’editore Edoardo Perino sulla rivista “L’ultima moda”, diretta da Epaminonda Provaglio. Sulla stessa rivista viene pubblicato a puntate il romanzo Memorie di Fernanda.

Grazia Deledda nonostante le difficoltà ed i limiti, si piega ma non si spezza, proprio come uno dei suoi romanzi più importanti: Canne al vento.
Si tratta dell’opera principale della poetessa e fu pubblicata per la prima volta nel 1913.

Contemporanea di molti nomi celebri, da Pirandello a D’Annunzio o Svevo, Grazia Deledda seppe interpretare il passaggio tra il XIX e il XX secolo in chiave antropologica, scegliendo la sua Sardegna come ambientazione della decadenza di una famiglia nobiliare legata agli antichi valori dell’onore.

27 settembre: nel panorama letterario italiano “si respirava aria di cambiamento”

Tante sono le opere che si potrebbero annoverare, ma ovviamente è impossibile citarle tutte. Anche non menzionandone i titoli, si tratta di capolavori letterari che ancora oggi rappresentano oggetto di studio filologico e antropologico, soprattutto per quanto concerne la cultura sarda.

Più volte Grazia Deledda è stata definita:  la sagacia e l’intelligenza coniugate ad una sensibilità straordinaria e una pratica di scrittura magistrale.
Quel 27 settembre nacque una donna il cui – io narrante – continua a far parlare di se.

Una donna che dimostró di poter oltrepassare ogni scoglio culturale e sociale, superando le divergenze familiari e alimentando la propria passione per la scrittura.

Ed è probabilmente (anche) per questo motivo  che ogni suo romanzo è intenso, commovente, fortemente vero e realistico, introspettivo.