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25 luglio: giornata mondiale dei lavoratori marittimi

Nel 2011 l’International Marittime Organization ha istituito, il 25 luglio, la giornata mondiale dei lavoratori marittimi. L’obiettivo di questa giornata è ricordare quanto sia fondamentale il ruolo dei lavoratori a bordo di navi e nei mari per l’economia mondiale.

L’80% delle merci per la produzione nel nostro paese arrivano, infatti, via mare. Tutto ciò è possibile soltanto grazie al duro lavoro sulle navi mercantili che comporta sacrifici anche nella sfera personale dei lavoratori marittimi. Questa categoria di lavoratori, infatti, passa la maggior parte del tempo su grandi navi e lontano dalle famiglie.

La pandemia ha colpito duramente, nel corso di questi due anni, i lavoratori marittimi. Con le difficili condizioni di accesso al porto, al rifornimento e al cambio dell’equipaggio, le condizioni lavorative per la categoria sono nettamente peggiorate. Ma, nonostante le difficoltà, i marittimi hanno continuato a lavorare senza sosta, garantendo, difatti, l’approvvigionamento di beni essenziali alla sopravvivenza in tutto il mondo.

25 luglio: un’occasione per riflettere sulle condizioni lavorative in mare

La giornata mondiale dedicata ai lavoratori marittimi dev’essere anche un’occasione per riflettere sulla carenza di tutele per la categoria. I lavoratori del mare sono numerosissimi: personale dei pescherecci, piloti nei porti, equipaggio di navi. Solo l’Europa conta circa 3mila pescherecci a distanza in attività. Non si può trascurare che molti di essi lavorino in condizioni dure ed oltre il tempo stabilito.

Le ONG chiedono a gran voce, da molto tempo, che i governi si interessino maggiormente alla vita dei lavoratori sui pescherecci a lunga distanza.

Un passo in avanti, in tal senso, è stato fatto nel 2007 con la convenzione ILO C188 sul lavoro nella pesca, entrata ufficialmente in vigore il 16 novembre 2017. Tale convenzione è una protezione speciale per circa 38 milioni di lavoratori che svolgono una delle attività più rischiose per la propria salute psicofisica.

Finora, però, soltanto 3 paesi europei hanno ratificato la convenzione: Francia, Lettonia e Lituania. L’Italia è tornata recentemente sulla questione. Il Consiglio dei Ministri ha annunciato un disegno di legge recante la ratifica di esecuzione della convenzione nel nostro paese.

 

Anna Borriello
Anna Borriello
Scrivo per confrontarmi col mondo senza ipocrisie e per riflettere sul rapporto irriducibile che ci lega ad esso.