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venerdì, 1 Dicembre 2023

21 Marzo ricorre la nascita di Alda Merini

Nata per appunto il 21 Marzo del 1931 a Milano, rivela sin da giovane il suo talento poetico ricevendo premi importanti come il’Librex-Guggenheim" nel 1993, il premio Viareggio e quello del Consiglio dei Ministri nel 1999. E premio Procida - Elsa Morante.

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Ricorre oggi, in coincidenza con l’equinozio primaverile e la Giornata Mondiale della Poesia, la nascita di una delle più grandi e tormentate poetesse italiane: Alda Merini.

Nata per appunto il 21 Marzo del 1931 a Milano, rivela sin da giovane il suo talento poetico ricevendo premi importanti come il “Librex-Guggenheim” nel 1993, il premio Viareggio e quello del Consiglio dei Ministri nel 1999. E premio Procida – Elsa Morante.

Famiglia di origine modesta e minore di tre fratelli, Alda esordisce alla tenera età di 15 anni come scrittrice, scoperta e stimolata dal docente e scrittore Giacinto Spagnoletti, che la definisce un vero e proprio talento naturale. Pubblica nel 1950’Antologia di poesia Italiana dal 1909 -1949” due componimenti ”Il gobbo” e ”La Luce”.

Nel ’47 incontrerà le prime avvisaglie di ”follia”, le ombre della sua mente che la faranno internare a sua insaputa all’ospedale psichiatrico Villa Turno. Un ricovero decennale tra elettroshock e torture di vario genere.

La poetessa, anni dopo ripercorrerà nel libro L’altra verità – Diario di una diversa, tale periodo, sublimando con sacralità l’asprezza di quegli anni in relegazione.

Grazie alla parola chi ha scritto queste pagine non è mai stata sopraffatta, e anzi mai stata esclusa dal colloquio con ciò che apparentemente è muto, sordo e cieco; la vocazione salvifica della parola fa si che il deforme sia insieme di se stesso e la più mite, inattaccabile perfezione della forma – così finisce Giorgio Manganelli nella prefazione al Diario di una diversa.

Stringerà amicizia nella seconda metà degli anni 50 con Eugenio Montale che la inserirà nella raccolta ”Poetesse del 900” con due opere inedite. Poi per affinità d’interessi, frequenterà il poeta Salvatore Quasimodo.

Sposerà Ettore Carniti e dopo svariati periodi di varia alternanza tra momenti di lucidità e follia’ pubblicherà “Nozze Romane” e “Paura di Dio”. Sempre nel 1955 nasce la primogenita Emanuela: al medico pediatra dedica la raccolta “Tu sei Pietro”. Alla morte di Ettore, la scrittrice è in contatto con il poeta Michele Pierri, grande estimatore delle sue opere. I due si sposeranno e si trasferiranno a Taranto per tre anni.

Scriverà le venti “poesie-ritratti” de “La gazza ladra” (1985) oltre ad alcuni testi per il marito. A Taranto terminerà anche il menzionato L’altra verità – Diario di una diversa, suo primo libro in prosa.

Sperimenterà nuovamente sperimentato gli orrori del manicomio, questa volta a Taranto, torna a Milano nel 1986: si mette in terapia con la dottoressa Marcella Rizzo alla quale dedicherà più di un lavoro.

Lascia in eredità una forza creativa indomita, scritta nell’incontro con la perfezione di una parola empirica, dolce e malinconica. Donna, madre e artista che dal girone infernale della sua ”lucida” follia trasmette senza tempo, la forza sublime, la salvezza di una parola che pare mai smarrita, ritorna sicura nella sua autenticità, accettando gli inferi, la malattia, ma con lo sguardo libero e leggero di un uccello che ha preservato la sua purezza originaria.

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