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13 ottobre: l’arresto di Silvio Pellico

Il 13 ottobre del 1820 Silvio Pellico venne arrestato con l’accusa di appartenere alla Carboneria; il movimento politico segreto è clandestino, si batteva per sottrarre al dominio Asburgico il regno Lombardo-Veneto e unificare quelle terre al Piemonte, con il sogno di un’Italia libera e unita.

A tradirlo, una lettera, come testimoniano le pagine del libro scritto dal senatore  Giovanni Arrivabene.

Dieci anni di reclusione per Silvio Pellico, arrestato la notte del 13 ottobre; un periodo terribile, la cui impronta è ancora oggi viva grazie ad una testimonianza scritta.

Si tratta del celebre testo autobiografico intitolato Le mie prigioni, attraverso il quale Pellico ricostruisce la drammaticità di quei giorni, aggrappandosi a quella voglia di libertà che in quel particolare periodo storico caratterizzava anche altri patrioti.

Il venerdì, 13 ottobre 1820 fui arrestato a Milano, e condotto a Santa Margherita. Erano le tre pomeridiane”. Questo l’incipit de Le mie prigioni, scritto dal patriota Silvio Pellico, nato a Saluzzo il 24 giugno 1789, divenuto uno dei libri più letti e tradotti tra ‘800 e ‘900.

Tra le righe del volume sembra quasi di toccare quell’immenso coraggio che venne fuori dall’animo di Pellico, arrestato quel 13 ottobre. Un testo le cui pagine sono intrise di un grande senso di umanità, che ancora oggi fa riflettere e sospirare…talvolta amaramente, ripensando a ciò che fu.

13 ottobre: l’arresto di un patriota 

 Erano gli anni del Risorgimento italiano e lui, che sin da giovane abitò nel capoluogo lombardo, iniziò a frequentare quegli ambienti della società in cui circolavano soprattutto idee liberali e e patriottiche. L’indipendenza italiana era una questione di primaria importanza e proprio per questo motivo si costituirono vari gruppi segreti, tra i quali la Carboneria. Silvio Pellico divenne uno dei rivoluzionari del nostro Paese ed entró ben presto a far parte dei “Federati”.

Il gruppo, tuttavia, non si sa per quale preciso motivo (a distanza di anni gli storici si interrogano su questo aspetto provando a dare una risposta che non arriva) si fecero  scoprire dalla polizia austriaca, che fermò Piero Maroncelli mentre era in possesso di lettere compromettenti. Il 13 ottobre 1820 Maroncelli, Melchiorre Gioia, Silvio Pellico e altri carbonari vennero arrestati per alto tradimento.

Pellico insieme a Piero Maroncelli fu  condannato a morte, ma la pena venne commutata in 20 anni di carcere duro che sconta nella fortezza austriaca.

Ricordiamo che storicamente, Silvio Pellico, dall’arresto avvenuto quel 13 ottobre del 1827, sino alla scarcerazione, ma anche tutt’ora è riconosciuto come lo scrittore che impose la questione italiana all’attenzione dell’opinione mondiale.