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13 novembre 1969: La marcia contro la morte

Il 13 novembre del 1969 gli americani decisero di scendere in Piazza contro la morte. Fu proprio questa la locuzione usata e ancora oggi sui libri di storia si legge dell’evento di notevole entità, in questi termini.

I manifestanti partono da Arlington; sin da subito, quella notte gelida fu chiamata da quanti parteciparono: Marcia contro la Morte, March against Death; tutto ebbe inizio nella città di Nixon, vicino al cimitero di Arlington. Ogni manifestante portava con sé un cartello con il nome di un caduto o di un villaggio distrutto in Vietnam e una candela.

Ricordiamo che il Vietnam è stato un paese caratterizzato dalla presenza di un forte potere imperiale, dove il malessere sociale, manifestato da coloro che provenivano principalmente dagli ambienti rurali, miravano al superamento dei poteri e dei soprusi imperiali.

Quelle stesse persone, riunite il 13 novembre del 1969, nonostante la rigidità del clima, scelsero di raggrupparsi, muovendosi lentamente “come candele tremolanti nel buio della notte” (parafrasando una metafora utilizzata dal Time in tale occasione).

13 novembre 1969: una “marcia” per i soldati morti

Fu una notte lunga, “squarciata” dal silenzio che caratterizzò la marcia, e soprattutto dal ripetersi infinito dei nomi dei soldati morti e di tutti i villaggi distrutti.

L’entità ed il coinvolgimento sociale furono impressionanti e ancora oggi fa rabbrividire.

Il 13 novembre è una data storica, che segnò una svolta importante nella società americana, gettando le basi per la nascita di un nuovo movimento pacifista, che potesse interessare il tutto il mondo e non solo specifiche aree.

“La marcia contro la morte” coinvolse tutti, senza differenze di ceto: studenti, lavoratori, contadini, minoranze ed anche intellettuali; ogni stratificazione o differenza sociale venne abolita per uno scopo comune, in ricordo di quanti morirono ingiustamente, per onor loro e senza pretese.

Dopo la marcia tenutasi il 13 novembre del 1969  l’allora Presidente Richard Nixon pensò ad una valida strategia per uscire dal Vietnam senza che fosse troppo palese la sconfitta degli Stati Uniti. 

Seguì un lungo processo di disimpegno da una guerra che non si poteva vincere. Il percorso fu lento e contraddittorio e molte bombe furono ancora sganciate e molti soldati morirono, prima di arrivare agli Accordi di Parigi (gennaio 1973) e poi alla fine definitiva della guerra nell’aprile del 1975.