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Biodiversità: la vera ricchezza dell’Italia

L’Italia, si sa, è un paese ricco e fruttuoso, sotto il profilo storico, artistico culturale e, soprattutto, agroalimentare. Numerosi sono i prodotti di qualità e d’eccellenza, riconosciuti ed apprezzati in tutto il mondo.

Eppure gran parte del nostro potenziale risulta ancora nascosto e poco valorizzato.

Oltre mille le specie vegetali e animali scartate dalla grande distribuzione alimentare perché ritenute poco attrattive per il mercato. Un patrimonio che rischia l’estinzione e che potrebbe apportare al nostro territorio un guadagno di circa 10 miliardi di euro l’anno.

Ed è per questo che Cia-Agricoltori Italiani, insieme alla sua associazione Anabio, ha deciso di porre il tema della biodiversità al centro dell’incontro “Più valore agli agricoltori dalla coltivazione della biodiversità” promosso, proprio in questi giorni, durante l’evento Terra Madre – Salone del Gusto 2018 di Torino.

Tutelare la biodiversità agricola ha un valore ambientale ed economico e può contribuire a creare filiere ecosostenibili, efficienti e competitive, facendo bene ad un settore sempre più minacciato dall’avanzata del cemento, che in 20 anni ha divorato più di 2 milioni di ettari coltivati“, ha precisato la Cia.

A sostegno di questa teoria sono stati evidenziati 3 casi di successo imprenditoriale, nati dal recupero di prodotti autoctoni dimenticati nel Nord, Centro e Sud Italia: l’allevamento biodinamico con razze locali di Raffaella Mellano in Piemonte, l’Archeologia Arborea per la salvaguardia dei frutti antichi di Isabella Dalla Ragione in Umbria, la custodia e il rilancio dei grani antichi di Gea Turco in Sicilia.

La pesca tabacchiera, il grano timilia, il cece nero della Murgia, la castagna ufarella casertana, l’aglio di Caraglio, il formaggio Rosa Camuna della Valcamonica. Sono solo alcuni dei prodotti che potrebbero ritornare in auge, acquisendo una seconda vita.

Tipicità e varietà, due aspetti che riuscirebbero a fornire un incremento al bilancio del turismo enogastronomico, che oggi conta 5 miliardi di euro l’anno.