In Cina sono state massacrate 10 tigri per allietare le feste dei ricchi del Sud del grande paese orientale. Dopo aver scuoiato le bestie, la carne e le ossa sono state vendute a cifre esorbitanti, il tutto davanti a impassibili alti funzionari e dirigenti locali.
Un sacrificio senza motivazione, scrupoli né coscienza. Solo un modo per mettere in mostra una potenza economica fine a se stessa. La polizia di Zhanjiang è riuscita a recuperare il corpo martoriato di una delle ultime tigri uccise, insieme ad alcuni prodotti fatti con l’utilizzo di parti del corpo delle altre bestie. Il macellaio, complice della strage, è morto nel tentativo di fuggire, gettandosi da una finestra.
A quanto pare una tradizione cinese vuole che le ossa delle tigri vengano utilizzate per rinvigorire il corpo dell’uomo. Ossa che, durante i festini, sono state pagate fino a 2 mila euro al chilo. Mentre i genitali, una delle parti più pregiate dei felini, sono state ‘riservate’ agli ospiti più prestigiosi.
La polizia, dopo aver appurato che le tigri sono state stordite con scosse elettriche per poi essere sgozzate, infine vendute, ha provveduto all’arresto di 15 persone, ma le indagini sono ancora in corso.
Non è questo il primo episodio di violenza sugli animali. Già in passato casi simili, sempre in Cina, erano stati registrati. Tuttavia è dal 1993 che in Cina è vietata la vendita delle parti del corpo delle tigri. Ma a quanto pare esiste ancora un forte mercato clandestino.