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Napoli, la barca da salvare.

Povero Napoli, da squadra pretendente al trono di campione d’Italia a barca dimenticata dal vento, in alto mare, senza un briciolo di cattiveria e sprofondata ai margini delle posizioni che garantiscono l’Europa. L’obiettivo di inizio stagione, manco a dirlo, è ormai una chimera e la piazza è stanca anche del pluridecorato Ancelotti, colpevole di non aver dato un assetto identificativo alla squadra, priva di certezze e pure della verve dei suoi uomini migliori. Prima che la caccia alle streghe bruci tutti i presunti colpevoli e sia pure con fatica –l’anima del tifoso ingrugnito, che ci portiamo appresso, avrà pure un peso– proviamo pero, a fare esercizio di analisi non distruttiva, ricordando innanzitutto gli anni del discusso Rafa Benitez: gli ultimi trofei (Coppa Italia e Supercoppa) e la semifinale di Europa League furono figli “illegittimi” di un paio di  campionati al limite dell’anonimato che culminarono, addirittura, con una sanguinosa -per le casse del club- estromissione ai preliminari di Champions nella stagione 2014-15. Intanto, a distanza di qualche anno, ci si ricorda dei trofei vinti, che per la quasi totalità dei tifosi, sono la cosa che conta di più e pazienza se nella “regular season” ci si attarda dalla vetta: l’unico imperativo è non perdere la Champions. Ovvio che il nostro, è il classico ragionamento dell’omino della spesa, che bada a portare a casa quante più vettovaglie è possibile, ma questo, più di ogni altra cosa, è un concetto che vuole spronare a non dare tutto per perduto. Tecnicamente, l’undici azzurro (si fa per dire, non c’è un undici, vero Mister?) ha valori importanti e nonostante le critiche, non riteniamo che la squadra giochi male; il pari all’Olimpico non sarebbe stato immeritato -la tanto osannata Roma non ha giocato meglio- mentre con l’Atalanta, mercoledì scorso, avrebbe meritato la vittoria. Mettiamoci poi che nel prossimo martedì europeo, quando si incontrerà il Salisburgo, si potrebbe raggiungere in caso di successo, un traguardo, con due turni d’anticipo, che nella storia quasi centennale del Napoli e stato centrato solo tre volte: gli ottavi di finali della Coppa dei Campioni (si può ancora chiamarla così), che potrebbero aprire scenari da favola. Il ritardo grave, in campionato è indiscutibile, ma c’è molto tempo per colmarlo e preso atto, purtroppo, che le avversarie non sono ne Inter, ne Juventus (fanno un’altro torneo), per la conquista della terza piazza, Koulibaly e soci hanno tutte le potenzialità per contendersela con Roma, Atalanta, Lazio e… Cagliari, che all’undicesima di campionato ha firmato l’impresa di giornata, battendo la squadra di Gasperini direttamente a domicilio per 2-0 e piazzandosi al quarto posto. Certo, bisogna rimboccarsi le maniche e lavorare sulla cattiveria agonistica; forse, l’unico grande difetto che si può imputare agli uomini di Carletto.