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Ucciso generale iraniano Soleimani

Attacco all’aeroporto di Baghdad. Ucciso il generale iraniano Soleimani.

Un raid statunitense si è compiuto nella notte sull’aeroporto internazionale di Baghdad , in Iraq, uccidendo il generale Qassem Soleimani, responsabile delle operazioni coperte di Teheran e uomo chiave del regime degli ayatollah.

L’ordine di colpire è stato impartito per via diretta dal presidente statunitense Donald Trump.

Intorno alla mezzanotte alcuni missili hanno distrutto un convoglio delle Pmu, le Forze di mobilitazione popolare irachene, che stavano accompagnando all’aeroporto una delegazione dei Guardiani della rivoluzione di Teheran.

Due auto sono state incenerite uccidendo cinque esponenti del movimento iracheno e due iraniani.

Tra le vittime il leader delle Pmu, Abu Mahdi Al-Muhandis, l’uomo che il 30 dicembre ha spronato la folla ad assaltare l’ambasciata americana.

La morte del generale Soleimani è stata confermata dal Pentagono e da Teheran.

Soleimani era al comando delle brigate Qods, un’unità leggendaria che ha avuto un ruolo decisivo nei conflitti della regione. Ha inoltre animato la seconda fase dell’insurrezione anti-americana in Iraq e ha pilotato la repressione del regime di Damasco contro la rivolta.

Ha anche indirettamente collaborato con i suoi storici nemici americani per riuscire a sconfiggere lo Stato islamico. È stato per altro più volte chiamato in causa come mente di attentati contro bersagli israeliani e statunitensi, ed era sempre sfuggito ai tentativi di eliminarlo o catturarlo (l’ultimo proprio poche settimane fa).

Il raid è scattato meno di 24 ore dopo la fine dell’assedio all’ambasciata americana di Baghdad. All’inizio sembrava fosse stata lanciata una salva razzi Kathyusha, tipici delle milizie, contro una caserma irachena nei dintorni dell’aeroporto. Le prime notizie parlavano di undici soldati feriti.

Si è poi scoperto che si era trattato di un attacco condotto da droni o bombardieri colonna delle Pmu che scortavano all’aeroporto gli emissari iraniani. I rapporti iniziali indicavano un’unica vittima, Muhammed Reda, il numero tre della formazione irachena.

In seguito sono state fonti dello stesso movimento a parlare di un’azione mirata, che ha ucciso cinque dei suoi uomini e due ospiti importanti, tutti a bordo delle vetture distrutte mentre si trovavano già all’interno dello scalo internazionale. La tv di stato irachena ha infine fatto i nomi di Soleimani e Al-Muhandis, i veri bersagli.

La morte di Soleimani è una perdita che mina fortemente l’affidabilità degli ayatollah in un momento di pesanti proteste interne. Inevitabile la reazione. Il fondatore dei Guardiani della Rivoluzione Mohsen Rezai ha già promesso che “Il martire sarà vendicato con tutta la forza”.