martedì 19 Marzo, 2024
14.3 C
Napoli
spot_img

Articoli Recenti

spot_img

Telescopio Flyeye, cacciatore di asteroidi

È stato finalmente svelato il futuro guardiano della Terra, il telescopio europeo Flyeye, che con una struttura modulare simile all’occhio  degli insetti, scruterà il cielo notturno in in attesa di  individuare gli asteroidi più piccoli e imprevedibili che rischiano di andare in collisione con la Terra.

A presentalo sono state l’Agenzia spaziale europea (Esa)e l’Agenzia spaziale italiana (Asi) presso gli stabilimenti di OHB Italia di Turate, vicino Como.

Il telescopio, con un peso di quasi 24 tonnellate, 6,5 metri di altezza e 4 di larghezza,  ha iniziato la sua fase di integrazione delle 16 telecamere che lo compongono donandogli la super vista con cui sarà operativo, in Sicilia, nel sito sul Monte Mufasa, a partire dal 2021.

Flyeye rappresenterà, come afferma il responsabile del programma, Lorenzo Cibin:  “Un primato tecnologico tutto italiano: realizzarlo è stata una vera sfida.

Come poi precisa l’esperto, il telescopio, costato circa 15 milioni di euro: “Sarà il primo al mondo, capace di fornire protezione contro eventi come l’esplosione avvenuta a Chelyabinsk nel 2013.”

Ian Carnelli, responsabile del Programma Studi Generali dell’Esa spiega come grazie a Flyeye: “Potremo scoprire asteroidi fino a 40 metri di diametro con un anticipo di almeno tre settimane prima che impattino contro l’atmosfera terrestre. In pratica, potremo finalmente prevedere i cosiddetti bolidi, quei frammenti che due o tre volte al mese entrano nell’atmosfera terrestre creando una scia luminosa che li rende simili a palle di fuoco.

Carnelli continua dicendo: “Stiamo già lavorando all’installazione di un secondo Flyeye in Cile: l’obiettivo finale  è allestire una rete di quattro telescopi, due per ogni emisfero, in modo da avere la visione completa del cielo.

Ettore Perozzi, dell’ufficio di sorveglianza spaziale dell’Asi, invece, spiega che: “Oltre che monitorare gli asteroidi, però, è necessario anche scoprirli, come fanno le reti di telescopi statunitensi: con Flyeye l’Europa può finalmente mettersi al passo. Lenorme flusso di dati che verrà prodotto potrà essere utile in molti altri campi dell’astronomia, per studiare i mutamenti del cielo come la variazione di luminosità delle stelle. La stessa Agenzia spaziale italiana si è candidata ad accogliere l’enorme flusso di informazioni prodotto dal telescopio nel suo centro di gestione di dati astronomici, dove già arrivano i dati di moltissimi telescopi orbitanti.