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Le meditazioni azzurre.

La mazzata assestata al minuto 89′ dal Cagliari di Rolando Maran ha veramente fatto saltare i piani di Ancelotti di stare alle calcagne di Inter e Juventus che si travestono da lepre e rilegano il Napoli a squadra “normale”, al pari di altre che fanno campionato pro Champions, senza sogni tricolori a turbarle le esistenze. Di questi tempi infatti se le prime due del campionato giocano così e così, soffrono ma vincono, seppure di misura, gli azzurri invece perdono in casa propria, davanti ai sardi, magari giocando anche meglio delle dirette avversarie ma smentendo clamorosamente le tabelle di marcia stilate da anchor-man televisivi e radiofonici super ottimisti e si attardano in una classifica che scolpisce perplessità nella fede monolitica dei tifosi. Dopo cinque partite, già due le sconfitte e dopo martedì un altro avversario rischia di minare la serenità dei napoletani: il nervosismo. Koulibaly si è fatto espellere dopo il vantaggio rossoblu e tornerà fra due partite, lasciando la difesa in piena emergenza, essendo Maksimovic, il suo sostituto naturale, alle prese con una noia agli adduttori. Chi ha visto , poi, l’intervista di Insigne a fine gara può, ben capire che aria sembra tirare nello spogliatoio, essendo il campioncino di Frattamaggiore apparso un poco nervoso quando il commentatore Giancarlo Marocchi, legittimamente e non a torto, gli ha fatto notare che i partenopei, in campo sono sembrati, tutt’altro che cattivi nell’atteggiamento agonistico, tanto che gli sembrava di aver visto una partita di Dimaro ( sede del ritiro, quindi di natura amichevole). Lorenzo, risentito, ha posto l’accento sull’impegno profuso dalla squadra , che è stato del 200 per 100, cosa di cui nessuno dubita ma che allo stesso tempo ci fa sorgere alcune domande:  perchè allora il giro-palla era molto lento e gli attaccanti non si muovevano con la necessaria velocità? Una questione fisica oppure intesa deficitaria? Ecco, ci piacerebbe avere delle risposte senza che si imputi questa sconfitta alla malasorte. Si, le occasioni per segnare ci sono state, il possesso palla è stato schiacciante il Napoli meritava di vincere ma alla fine i tre punti hanno preso la via della Sardegna. Anche il Brescia contro la Juventus meritava di segnare qualche gol in più e la settimana prima, pure il Verona visto all’opera all’Allianz Stadium ha rischiato di non perdere contro i bianconeri. Al fischio finale però i tre punti hanno preso il sentiero fin troppo conosciuto della più forte in campo. Quella al cui cospetto si fa bella figura ma ti lascia con le mani vuote e il sapore agrodolce di quello che si poteva fare e non si è fatto. Meditate azzurri, meditate.