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Roberto Saviano a Napoli a bordo dell’Open Arms

Tenutosi venerdì 21 giugno l’incontro con Roberto Saviano sull’ Open Arms attraccata al porto di Napoli dal 16 giugno.

“Il senso di un’iniziativa come questa è anche far sentire che quelle persone non sono sole, e, che quando le istituzioni al loro massimo livello si dimostrano sorde, c’è un’iniziativa che può partire da noi, cioè dai cittadini, e che può offrire una seria possibilità concreta di accogliere” sono le parole che si sentono durante l’incontro.

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“Oggi abbiamo qui il fondatore di Open Arms, Oscar Camps, la cui storia è molto significativa nella sua semplicità. Oscar Camps è stato titolare di un’impresa di soccorso, il salvataggio di cui facevano parte anche un numero consistente di bagnini. Open Arms nasce nel 2015, da allora ha realizzato 63 missioni, e, il numero delle persone salvate è di circa 60.000, cifre imponenti, che già dicono tutto. Cifre imponenti che si devono addizionare poi a quelle dei salvati dalle altre ONG. Abbiamo assistito a qualcosa di indecente. Ripetutamente negli ultimi mesi ci è stato detto che la riduzione degli sbarchi corrispondeva alla riduzione del numero di morti. L’organizzazione internazionale delle migrazioni, indica, come stima attendibile documentata e profondamente plausibile nel numero di 569 le persone morte nell’intero mediterraneo nel corso del 2019. Di fronte a queste cifre è stato detto, ripetuto e ribadito che i morti in mare, sarebbero stati, nel 2019, due. Quando è stato chiesto a illustri esponenti del governo come si formava questa cifra, la risposta è stata la seguente: la cifra è stata ricostruita perché due erano stati i corpi ritrovati”.

“Quando ho provato a fare questo libro volevo assolutamente le foto, perché la compulsione che ha una parte importante della politica sovranista è quella di negare sistematicamente quello che sta accadendo” afferma infine Roberto Saviano.