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Pop art, il popolare movimento anni ’60

La pop art è il movimento più importante nel panorama artistico degli anni Sessanta. Il termine pop sta per Popular, ovvero popolare, di massa, cioè l’arte che vuole rappresentare l’immaginario dell’uomo come consumatore.

Essa si si sviluppa negli Stati Uniti.

Uno dei principali artisti di questo movimento è Andy Warhol.

Figlio di emigrati cecoslovacchi, trascorre un’infanzia difficile, caratterizzata da povertà e solitudine. Poi frequenta l’Istituto d’Arte. Andy Warhol di giorno cerca lavori presso le riviste di moda e di notte sviluppa le sue idee. Egli con il tempo diventa un disegnatore richiesto e ben pagato.

I soggetti a cui Warhol si interessa sono i prodotti del consumismo industriale, pubblicizzati e diffusi dai mass media. Le immagini a lui care sono: i barattoli di minestre “Campbell’s”, le scatole di Kellog’s , le bottiglie di Coca Cola, le foto dei divi di Hollywood e quelle dei miti americani come Topolino.

Secondo lui le immagini sono prodotti in cui non si deve riconoscere la mano dell’artista.

La pop art si propone di riprodurre l’oggetto utilizzando un linguaggio simile a quello della pubblicità, del fumetto e della carta stampata.

Le opere della pop art sono: semplici, schematiche, colorate e immediatamente comprensibili come i messaggi pubblicitari.

In Italia gli artisti che riprendono il linguaggio della pop art americana sono: Mario Schifano e Valerio Adami.

Schifano è stato un artista irrequieto che si è appassionato al mondo dell’arte seguendo le orme di suo padre che era un restauratore di archeologia.