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Pompei: dalla Regio V, l’affresco di Narciso

Ancora sorprese dagli Scavi di Pompei: dopo il ritrovamento del meraviglioso dipinto di Leda e il cigno avvenuto non più tardi di tre mesi fa, sempre dalla Regio V emerge un’altra straordinaria immagine, quella di Narciso che si specchia nell’acqua. Tale domus doveva essere sicuramente un’elegante dimora che già nel suo atrio ospitava un’immagine imponente come quella del Priapo, documentata lo scorso anno.

Delicate decorazioni floreali, grifoni, amorini, scene di lotte tra animali, sono il tratto distintivo che conferisce all’ambiente una raffinatezza unica.

“La bellezza di queste stanze, evidente già dalle prime scoperte – spiega la direttrice ad interim del Parco archeologico di Pompei, Alfonsina Russo, a capo del Colosseo – ci ha indotto a modificare il progetto e a proseguire lo scavo per portare alla luce l’ambiente di Leda e l’atrio retrostante”.

“Ciò – aggiunge – ci consentirà in futuro di aprire alla fruizione del pubblico almeno una parte di questa domus. Lo scavo della stessa è stato possibile nell’ambito del più ampio intervento di messa in sicurezza e riprofilamento dei fronti di scavo, previsto dal Grande Progetto Pompei, che sta interessando gli oltre 3 km di perimetro che costeggia l’area non scavata di Pompei. Nel rimodulare la pendenza dei fronti che incombevano minacciosamente sulle strutture già in luce, sono venute fuori questi eccezionali ritrovamenti. In questa delicata fase, il collega Massimo Osanna sta proseguendo la direzione scientifica dello scavo per fornire il suo prezioso e competente supporto e garantire una linea di continuità scientifica alle attività di scavo”.

Nell’atrio dove si trova Narciso si ravvisa la presenza delle scale che conducevano al piano superiore. Interessante soprattutto i ritrovamenti offerti dallo scavo del sottoscala: contenitori in vetro, anfore ed anche un imbuto in bronzo. Accanto all’impluvio (la vasca al centro del pavimento deputata alla raccolta delle acqua piovana) è stato trovato un secchio in bronzo.

L’ex direttore, Massimo Osanna, lo descrive come “un ambiente pervaso dal tema della gioia di vivere, della bellezza e vanità, sottolineato anche dalle figure di menadi e satiri che, in una sorta di corteggio dionisiaco, accompagnavano i visitatori all’interno della parte pubblica della casa. Una decorazione volutamente lussuosa e probabilmente pertinente agli ultimi anni della colonia di Pompei, sepolta nel 79 dopo Cristo, come testimonia lo straordinario stato di conservazione dei colori”.