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Al MANN: Thalassa meraviglie sommerse dal Mediterraneo

Parte nei primi anni cinquanta del novecento, la grande avventura dell’archeologia subacquea, raccontata a Napoli, in una mostra, intitolata “Thalassa. Meraviglie sommerse del Mediterraneo”, al MANN.  In esposizione, circa quattrocento i pezzi, tra gli altri, un rilievo in arrivo da Ostia, che raffigura dei pescatori intenti a recuperare con una rete, la statua di Ercole; si tratta del più antico racconto di storia sottomarina. Presente anche la cosiddetta “Testa del filosofo”, ritrovata nelle acque della Calabria. La “Nereide”, affascinante divinità marina di Posillipo e tantissime suppellettili, tra i quali preziosi gioielli in oro, utensili propri della quotidianità, oggetti di bordo, anfore.

Il mare è protagonista indiscusso della mostra che, grazie ai tanti reperti in esposizione, intende sottolineare il valore storico che l’acqua ha avuto nel corso del tempo, ma anche i progressi avvenuti nell’ambito dell’archeologia subacquea, con numerose scoperte; sì il mare, e in particolar modo il Mediterraneo visto sia come confine che, come via di comunicazione e incontro per i popoli di Europa, Africa e Asia minore. 

I preziosi reperti, che compongono la mostra, provengono sia da prestigiose istituzioni italiane, ma anche internazionali (tra queste, il Museo Archeologico di Atene, che presta circa trenta opere provenienti dal famoso relitto di Antikythera, prima imbarcazione scoperta nel Mediterraneo proprio agli albori del Novecento) che contribuiranno a sottolineare la grandezza del cosiddetto “Mare nostrum”, col suo immenso valore culturale, sociale e soprattutto storico.

La mostra  ospitata dal MANN, “Thalassa”, nasce da una ampia collaborazione tra l’Assessorato dei Beni Culturali e la Regione Sicilia; un progetto di notevole importanza, fortemente voluto dal professore Sebastiano Tusa, archeologo di fama internazionale, scomparso tragicamente nella sciagura aerea dello scorso marzo.

“La mostra – Thalassa. Meraviglie sommerse del Mediterraneo – e il Mann, concentrano la propria attenzione sul mare, per i tesori in esso contenuti, ma anche per l’importanza del suo ecosistema; si può definire una vera e propria mostra epocale; inoltre, continua il direttore del MANN, Paolo Giulieri – “Con questa mostra, il Mann punta a raggiungere i 700 mila visitatori entro la fine dell’anno. 

Un traguardo importante per un Museo altrettanto tale, che registra numeri mozzafiato; non a caso, uno dei punti salienti della conduzione museale, si basa proprio sul dialogo col territorio, che, come Napoli, ha tanto da offrire, sia dal punto di vista culturale, sia storico e sociale.

Ricordiamo che la mostra, sarà in programma al Museo Archeologico Nazionale di Napoli fino al 9 marzo 2020.