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La torta Caprese, quali sono le sue origini?

Errare humanum est, perseverare autem diabolicum.

Una massima degli antichi romani, entrata ormai nel linguaggio comune quotidiano, che sembrerebbe inattaccabile. Purtroppo per i romani, grazie ad un cuoco partenopeo, oggi possiamo affermare che, sì, errare è umano, ma perseverare è altresì giustificabile in casi come quello della torta Caprese!

Spesso nelle cucine dei ristoranti, nei laboratori delle pasticcerie, avvengono delle vere e proprie magie, in grado di fermare il tempo e tramandarsi di generazione in generazione, accrescendo la fama di che le realizza. Un vero e proprio tocco di pura, e sana, follia risulta essere infatti un elemento tipico degli artisti, che risulta spesso in grado di condurli alla preparazione di vere e proprie prelibatezze.
Un esempio di quanto appena affermato è riscontrabile nel lontano 1920, quando, presso un laboratorio artigianale sito all’interno dell’Isola di Capri, un rinomato cuoco, il cui nome Carmine di Fiore, realizzò per la prima volta la torta Caprese, un must della tradizione dolciaria partenopea.

Il capolavoro, che porta il nome di torta Caprese proprio a causa della propria località di nascita, viene creato involontariamente, ma riesce subito a raccogliere i consensi degli esigenti assaggiatori, ritagliandosi uno spazio tutto proprio all’interno della cultura culinaria napoletana, ad oggi diffusasi in tutto il mondo.

L’evento a causa del quale si ebbe la nascita della torta Caprese, è vivido e ben descritto dalla tradizione culturale napoletana, si narra infatti che il cuoco fosse all’interno del proprio laboratorio, circondato dai suoi utensili, ingredienti e ricette, e che si stesse dedicando con estrema attenzione alla preparazione di una torta alle mandorle, da servire ad alcuni ospiti speciali.

Gli assaggiatori della torta Caprese furono infatti tre malavitosi giunti a Capri per comprare una partita di ghette di Al Capone.

Il cuoco, sicuro delle proprie capacità, procedeva a passo spedito nella preparazione, quando, forse per distrazione, forse per la tensione causatagli dall’incontro, forse per la fretta di ultimare il proprio lavoro, o forse per altri motivi, commise un errore madornale.

Qualora fosse venuta a galla la propria dimenticanza, questa avrebbe sicuramente compromesso caramente la propria reputazione da rinomato chef, senza considerare che avrebbe dovuto fare anche i conti con i suoi ospiti malavitosi, lo chef aveva dimenticato di aggiungere la farina necessaria per portare a termine l’impasto della torta come descritto dalla ricetta. L’errore fu irrimediabile, dato che lo chef infornò il proprio dolce senza accorgersene, rendendosene conto solamente alla fine della cottura.

Fu allora che lo chef constatò, con sommo stupore, che la torta, benché mancasse la farina, fosse una vera e propria prelibatezza, essendo diventata morbida al centro ma croccante all’esterno.

L’inaspettata creazione stava dando ottimi frutti, f così apprezzata dai tre americani, i quali furono pienamente soddisfatti dal lavoro dello chef, tanto che essi ne chiesero addirittura ricetta.

Era nata la torta Caprese, dolce che fu poi riproposto anche in seguito, riscuotendo moltissimi consensi.

La torta Caprese è ancora oggi diffusissima in tutta la Costiera Amalfitana e nella Penisola Sorrentina, ma è altrettanto famosa nel resto di Napoli, nonché nel mondo!

Emanuele Marino
Emanuele Marino
Giornalista pubblicista, nonché studente universitario iscritto alla facoltà di Lettere Moderne presso l'Università degli studi di Napoli Federico II