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Insegnanti e scuola, come si svolge tale professione?

Gli insegnanti sono dei veri e propri “divulgatori di conoscenza” e purtroppo ancora oggi in Italia, tale professione è sottopagata e non tutelata da norme giuste, mentre il compito di chi ha scelto tale lavoro, diventa sempre più duro e complicato. 

Essere insegnante, attualmente, è davvero difficile e secondo alcuni studi, condotti intervistando direttamente gli insegnanti stessi, può essere considerato un lavoro usurante, (dal punto di vista morale e psicologico, naturalmente) in costante contrapposizione tra il voler svolgere tale professione e svolgerla nel migliore dei modi. 

Una delle caratteristiche che un buon insegnante deve avere è sicuramente la passione per ciò che fa, per il sapere, messo a disposizione dei ragazzi, non sempre facili da gestire, spesso indomabili. In prima istanza, possiamo affermare che l’insegnante è un facilitatore che, grazie alle proprie capacità empatiche, sa costruire rapporti interpersonali “utili” e creare contesti di collaborazione che favoriscono lo sviluppo armonico della persona e ovviamente un apprendimento sereno. Sicuramente a tutto ciò, bisogna aggiungere anche una forte dose di autocontrollo, in particolar modo in quelle situazioni difficili, spesso dovute al contesto sociale.

Il problema nel gestire l’operato di un insegnante, è cercare di capire, come si svolge tale professione, un tema mancante, soprattutto in Italia, dove non esistono vere e proprie tutele in questo settore; sicuramente si tratta di un interrogativo che non ha risposte concrete, in quanto non c’è in tal senso un manuale con delle regole scritte ed universali che possano spiegare i vari passaggi. Infatti, proprio in riferimento a questo aspetto, la domanda, “come s’insegna”, nasce spontanea.

In balia di questo interrogativo, si può affermare che, ogni insegnante è sempre un “aspirante tale”, proprio perché l’insegnamento comporta l’assunzione di una responsabilità che si traduce nell’impegno a una formazione continua che non teme il confronto con il nuovo.

Qualche anno fa, il massimo esperto italiano di Economia della Cultura, il professor Walter Santagata, in un proprio saggio scrisse che “nei fatti, l’impostazione tradizionale, che si concentra sulle politiche di welfare e sulla giustificazione dell’intervento pubblico in campo culturale, comporta una sopravvalutazione delle politiche di conservazione a scapito di quelle di produzione di cultura”. A questo punto, vien fatto di chiedersi: qual è il ‘valore’ dell’insegnante e soprattutto come si fa ad essere un buon insegnante?.

A questi interrogativi probabilmente non esiste una vera e propria risposta, almeno in senso oggettivo, però è importante comprendere che la scuola non deve ridursi esclusivamente ad uno strumento di misura, ma deve soprattutto accompagnare l’adolescente nella crescita, che si riflette nel rispecchiarsi rispetto agli adulti. Un insegnante sceglie di essere tale, nel momento in cui dà valore a ciò che fa, dando tutto se stesso, nonostante l’ambiente scolastico sia sempre più intriso di problemi, e in Italia non vi siano ancora delle leggi ufficiali nel campo dell’istruzione e della cultura.