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Un incubo chiamato primo tempo.

L’acqua è sembrata così sporca nel primo tempo del Napoli, che nella bacinella della prestazione si fa un’immensa fatica a distinguere il bambino, che rischia seriamente di essere buttato via insieme ad essa.

Un interpretazione forzata e un po personale di un famoso detto, che nonostante la pessima figura fatta, ci spinge a non dare per scontati i futuri e cattivi presagi che la prestazione di ieri degli, azzurri nel salotto “extra-lusso” degli stadi europei, l’Emirates Stadium ci fa immaginare. La squadra che ha giocato il primo tempo di Londra non avrebbe chance nemmeno domenica a Verona con il Chievo e spiega anche perché non si è vinto domenica scorsa contro il Genoa ridotto in dieci per oltre un ora al San Paolo. Si tratta semplicemente di un periodo di sicuro molto brutto, che non deve però far dimenticare che la qualificazione, seppur molto difficile, non è ancora archiviata con il passaggio dell’Arsenal. Vi è una speranza legata ad un secondo tempo nel quale, seppur volendo, i partenopei non potevano giocare in un modo peggiore del primo e complice un abbassamento dei ritmi degli avversari, la squadra ha impedito che gli inglesi dilagassero di modo che la fiammella che tiene ancora vive la chance d’impresa, non fosse completamente spenta. La battaglia tra le due correnti di pensiero che dividono la tifoseria si arricchisce di una nuova “tenzone” tra chi ritiene che si rischia di archiviare pure quest’anno senza vincere nulla e chi invece pensa che il secondo posto accoppiato alle altalenanti apparizioni europee  siano di gran lunga meglio di stagioni all’insegna dell’anonimato. Due posizioni diametralmente opposte, ed entrambe a modo proprio legittime, che ruotano sui cardini societari legati alla figura “patris domini” di Aurelio De Laurentiis, che per i primi fa troppo poco, per gli altri, fa tanto. Resta, purtroppo, davanti agli occhi il buco nero che ha inghiottito la squadra nella prima frazione di gioco che si è “zerbinizzata” ad un avversario che, fortunatamente, in attacco aveva i fantasmi di  Lacazette, Aubameyang ed Ozil e che in quei 45 minuti, non è sembrata competitiva per questi palcoscenici. Un’eliminazione ai quarti, di fatto manderebbe a farsi benedire anche l’ultima occasione di quest’annata per alzare una “buona sorta” di trofeo che accoppiato al secondo posto connoterebbe questa, come un’annata da tramandare ai posteri che i napoletani aspettano, oramai, da tempo immemore; le chance di evitarlo sono poche, ma che almeno ci si provi a giocarsele ripudiando quei manichini che abbiamo visti all’opera nel “first time”di Londra e tornando ad essere calciatori di carne, ossa e cartilagine.