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Crossvallia waiparensis, il pinguino gigante

Scoperto in Nuova Zelanda, il ritrovamento dei resti fossili del Crossvallia waiparensis, cosi chiamato il pinguino gigante, è stato pubblicato sulla rivista Alcheringa: An Australasian Journal of Palaeontology, da  Paul Scofield e Vanesa De Pietri, curatori del Canterbury Museum in Nuova Zelanda.

La scoperta di tali resti si deve ad un appassionato di fossili, Leigh Love, avvenuta circa 18 mesi fa nel letto del fiume Waipara nell’Isola del Sud.

Love, infatti, ci spiega che: ” Ma solo quando ho portato i resti a casa mi sono reso conto di aver trovato qualcosa di diverso rispetto alle scoperte precedenti.

Secondo quanto scoperto dal ritrovamento del fossile, questo pinguino gigante di circa 60 milioni di anni fa, era alto quanto un uomo adulto, pesante 80 chilogrammi ed è vissuto subito dopo la scomparsa dei dinosauri.

Scofield ritiene tale scoperta di significativo valore data la somiglianza con alcuni resti di pinguino gigante  individuati in Antartide nel 2000.

La connessione tra queste due specie di ritrovamento è un fattore che sta ad indicare come,  in seguito all’estinzione di dinosauri, rettili marini e pesci giganteschi, ci sia stata una condizione favorevole che ha portato l’evoluzione dei pinguini, che oltre a prosperare sono anche cresciuti nelle dimensioni.

I pinguini giganti di allora erano più alti di 30 centimetri e pesavano circa il doppio rispetto alla più grande specie di pinguino di oggi, il pinguino imperatore.

Paul Scofield ha spiegato come la struttura delle zampe inferiori indichi che questi pinguini erano anche più abili nel nuoto rispetto ai pinguini di oggi: “Gli oceani erano maturi per ospitarli vista la mancanza di mega-predatori.

Lo stesso ha anche spiegato come questi pinguini giganti si siano estinti 30 milioni di anni dopo la loro comparsa a causa dell’arrivo dei grandi mammiferi marini.

Questa però non è la prima volta che in Nuova Zelanda vengono rinvenuti resti fossili di animali giganti.

Come il ritrovamento del Heracles inexpectatus, il pappagallo gigante ritrovato proprio in Nuova Zelanda nel 2008, o ancora quello di un’aquila gigante e di un uccello simile all’emù.

Secondo gli esperti, il prosperare di simili animali è dovuto alla mancanza di grandi predatori che ne ha di conseguenza permesso l’evoluzione.