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Le colpe degli arbitri.

Passati alcuni giorni dalla finalissima di Coppa Italia tra Lazio-Atalanta (2-0) e con un atteggiamento più disteso, le domande restano le stesse che ci facevamo un attimo dopo il triplice fischio finale: ma cosa succede agli arbitri del calcio italiano, ai quali non serve nemmeno la fantastica chance di osservare comodamente da un monitor il succedersi degli eventi nel rettangolo di gioco, per evitare “errori” (?), che macchiano con indelebile inchiostro quello che dovrebbe essere l’immacolato candore di una finale? Ma cosa debbono pensare i tifosi e gli italiani tutti per una topica del genere, di un arbitro che definire scarso è il massimo che si può fare, essendo gli altri aggettivi tutti forieri di passibile querela del diretto interessato? Cosa stesse facendo, l’assistente al Var, Calvarese, nel momento cruciale della partita non è dato sapere, perchè di sicuro non stava guardando la partita. Ci sta che Banti non si sia accorto di quella mano tutt’altro che furtiva che a velocità naturale è passata inosservata a tutti, ma le riprese seguenti non lasciavano spazio ad alcun dubbio: rigore ed ammonizione che, essendo la seconda, avrebbe portato Bastos all’espulsione. Simone Inzaghi ha immediatamente capito di che dimensione era il burrone nel quale il suo difensore poteva gettarlo e ha sostituito il giocatore senza pensarci un attimo, dimostrando un cinismo degno del “Principe” di Machiavelli o, più appropriatamente, di un coach da grandissimo club (Andrea Agnelli stava vedendo la partita?). Il povero Gasperini ci metterà del tempo a cicatrizzare la ferita per un occasione che un “paladino della provincia calcistica”, quale risulta essere, non vive molto spesso e non può far altro che sfogarsi in conferenza stampa per esorcizzare la frustrazione come tanti, vittime di arbitri e var, hanno provato a fare prima di lui. Fortuna che la stagione pirotecnica dei lombardi può ancora assumere i contorni della favola con l’happy-ending, grazie ad una qualificazione Champions che sarebbe ancora più apprezzabile di una affermazione nella coppa nazionale. Mister Gasp dovrà scavare a fondo nel morale dei suoi ragazzi oltre che nello stomaco, alle prese con un boccone particolarmente amaro e di ardua digestione. Il nostro augurio è che possa riuscirci, perchè gli atalantini sono stati, quest’anno, gli eredi del Napoli targato Sarri, che nell’anno passato ha sciorinato prestazioni che hanno riconciliato gli appassionati all’aspetto ludico del calcio. Anche gli azzurri si videro scippare il loro, meritato trofeo da un giudice di gara non in giornata, (diciamo così); l’anno passato fu un arbitro in campo (Orsato), mercoledì scorso è stato uno al Var, l’anno passato pagò il Napoli oggi l’Atalanta. Ma i responsabili, cioè gli arbitri che sbagliano, quando pagheranno?