È questo il settimo giorno in cui la Alan Kurdi è senza porto sicuro in cui approdare.
La nave di Sea Eye, la Ong tedesca che opera la nave, è entrata in acque territoriali italiane.
“Proprio ora siamo entrati in acque territoriali italiane per cercare riparo dal vento e dalle onde” ha annunciato la Sea Eye con un Tweet.
“Nonostante la soluzione diplomatica per le rimanenti 88 persone salvate a bordo della Alan Kurdi non ci è stato ancora assegnato un porto sicuro. – continua nel tweet – Un altro capitolo buio per la fortezza Europa”.
La Alan Kurdi si trova ora a poche miglia dalle coste della Sicilia orientale.
La Ong informa che nelle prime ore del mattino una ragazza di soli venti anni è stata evacuata per ragioni sanitarie dalla Guardia costiera italiana. Domenica scorsa era invece stata evacuata una donna incinta.
La Sea Eye comunque continua a chiedersi quando terminerà questo blocco.
“Possiamo creare una buona intesa, c’è stata un grandissima apertura. L’idea con il Marocco è di istituire un tavolo di lavoro con cui creare lo stesso tipo di intese che loro hanno sui migranti con la Spagna, che è una delle intese più forti tra un Paese europeo ed uno del Nord Africa”. È ciò che ha detto il ministro degli Esteri Ligi Di Maio al termine della sua visita in Marocco, in risposta a una domanda riguardo un accordo strutturato con Rabat per i rimpatri dei migranti (su cui ancora i due Paesi procedono caso per caso).
Sempre oggi sono state trasbordate su una motovedetta maltese 15 persone tratte in salvo tre giorni fa dalla Open Arms a 45 miglia dalle coste libiche. La nave Ong spagnola ha poi fatto rotta su Siracusa.
Nel frattempo in Sardegna sono stati recuperati in mare i corpi di due migranti.