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5 curiosità sul calcio (parte II)

3- Dennis Bergkamp

L’olandese volante che aveva paura di prendere l’aero. Così tanta da trovare ogni volta una soluzione (anche quella di non andare a giocare le partite in trasferta) pur di evitare di salire quella «maledetta» scaletta. Furono due gli episodi che gli mutilarono la carriera. Il primo avvenne quando, con la maglia delle giovanili dell’Ajax, fu vittima di una turbolenza mentre era in volo. Ma il colpo di grazia accadde nel 1994, quando con la Nazionale era in viaggio verso gli Stati Uniti per il Campionato del Mondo. Conoscendo l’aviofobia di Bergkamp, un giornalista olandese, che seguiva la squadra, pensò bene di urlare: «C’è una bomba a bordo». L’episodio mise la parola fine sui voli del centrocampista, terrorizzato a tal punto da far inserire sul contratto con l’Arsenal una clausola che lo esentasse dal farlo salire sul “pericoloso” mezzo e prendere parte alle trasferte. Da qui il soprannome di «non-flying Dutchman», l’olandese non volante.

4- Edson Lisboa

Ruolo: portiere. Caratteristica: sei dita in una mano. L’estremo difensore brasiliano ha una malformazione al pollice sinistro, che si divide creandone due. In un’intervista dichiarò: “Per fortuna non mi crea problemi nel parare. Molti mi chiedono se uso un guanto speciale, ma non è così»..

5- Manuel Gonzalez

Ex giocatore e attualmente allenatore è un quarantanovenne argentino che stupisce il mondo interpretando il ruolo a modo suo. Non per scelta, ma per necessità. Gonzalez, infatti, è l’unico allenatore di calcio professionistico ad essere muto. Questo gli crea non poche difficoltà, ma grinta e tenacia lo hanno reso un tecnico apprezzato e richiesto. L’episodio che gli cambia la vita accade nel 2009, quando indossa la maglia del Velez. Si gioca la gara contro il Boca Juniors e lui, difensore, decide di salire su un calcio d’angolo per provare a sfruttare le sue doti aeree. Ma la sorte lo sta per tradire. Abbondanzieri, il portiere avversario, esce e lo travolge facendolo cadere a terra privo di sensi. Si riprenderà, ma il danno al cervello sarà irreversibile.