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La scrittrice Maria Gangemi e il concetto di natura

Una natura benevola, ma anche spietata che fornisce lezioni sull’esistenza tutta, e che trasmette i suoi enormi benefici per chi come Maria Gangemi, scrittrice calabrese, autrice del libro per l’infanzia ” Il pipistrello Matteo e altre storie”, ha animo e spirito per poterne godere. E farne soprattutto dei racconti in cui i bambini e adulti hanno la possibilità di riscoprire il contesto ambientale, attraverso la cura di sé e del mondo circostante.

All’interno del libro i bambini, ma anche gli adulti che leggono possono trovare continui riferimenti alla natura. Come mai questa scelta? E che rapporto hai con essa?

<<Credo che tutto quello che si scrive sia ispirato in qualche modo alle proprie esperienze, a quello che si é visto. Io ho vissuto a contatto con la natura e ho avuto l’opportunità di vedere tutta la sua bellezza, ma anche che spesso non si dimostra una madre amorevole. É una natura che si ingentilisce e che deve essere arricchita con la fantasia per essere raccontata ed essere resa accettabile ai bambini o anche agli adulti che non hanno potuto viverla. Nel libro ho inserito la storia dell’uccellino che viene salvato dalla bambina, ma noi che giocavamo liberi in campagna sapevamo che non erano molti i piccoli che diventavano adulti. Scoprivamo i nidi, noi li guardavamo incantati, ma spesso il giorno dopo erano vuoti perchè gatti o serpenti si aggiravano nei paraggi. Trovavamo piccoli animali feriti o abbandonati dai genitori che spesso diventavano prede o non riuscivano ad andare avanti anche se cercavamo di  aiutarli. Nelle ore notturne sparivano anche cuccioli di animali domestici, a volte ne trovavamo i resti. Per questo gli animali domestici andavano aiutati e protetti in modo particolare. A casa della nonna nascevano i pulcini, i coniglietti, gli anatroccoli, il vitellino. Per noi era tutto gioco libero,  scoperta e meraviglia.

Poi c’erano i racconti delle persone anziane che avevano imparato a vivere con la natura e ad addomesticarla e la natura che cercava di riprendersi spazio.

Potrei raccontare tantissime storie vere. Molte delle storie che ho raccontato ne “Il pipistrello Matteo e altre storie” sono ispirate ad avvenimenti che ho vissuto io stessa o con i miei figli,  racconti di persone anziane, alcune traggono spunto e riassumono esperienze distanti nel tempo.

Credo che sia molto importante il contatto con la natura perchè la natura é maestra. Si impara osservando la natura, la natura suggerisce idee.  É importante insegnare ai bambini che vivere in armonia con l’ambiente e con gli animali é di fondamentale importanza per la vita dell’uomo.>>

Ne parla anche il metodo Montessori: la natura aiuta i bambini a rispettare meglio l’ambiente e l’altro in un reciproco equilibrio basato sui principi della responsabilità e della cura. Cosa ne pensi?

<<Sono d’accordo. Un bambino che cresce osservando la natura é un bambino che si rende conto di quanto sia importante per la vita umana, ma anche di quanto sia importante aiutarsi e cooperare per essere più forti, per vivere meglio. É così che fanno le api, le formiche, gli animali vivono in branchi per proteggersi. Se posso aggiungere qualcosa, credo che l’osservazione della natura sia importante anche per sviluppare un concetto sobrio di se stessi e dell’uomo. Quando si vive nella natura non si può non constatare la nostra fragilità di esseri umani.

Il bambino che cresce a contatto con la natura di solito sviluppa certi tratti caratteriali come quello di prendersi cura delle cose e degli altri. É sveglio, é sereno. Il contatto con la natura, i movimento nella natura é importante per l’equilibrio e lo sviluppo dell’organismo e del cervello.>>

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Hai esperienze dirette in merito che vuoi raccontarci?

<<In base alla mia esperienza, i bambini che hanno vissuto a contatto con la natura sono diventati  adulti con elevate capacità di ragionamento, a prescindere dalla loro cultura. Di solito sono adulti capaci di fare analisi lucide, che ragionano in modo corretto e autonomo, riescono ad avere idee originali e tendono a prendersi cura delle  cose e delle persone.>>

E’ possibile dunque secondo te integrare questo percorso educativo a quello pedagogico tradizionale?

<<L’uomo si é evoluto all’aria aperta, nella natura. Credo che integrare il percorso suggerito dalla Montessori con la pedagogia tradizionale sia molto importante, sia pensando all’uomo che all’ambiente.

Le scuole che hanno adottato questa linea educativa ne hanno constatato i benefici. Secondo i dati raccolti, gli studenti delle scuole con programmi di educazione ambientale hanno raggiunto punteggi più alti nei test standardizzati di matematica, lettura, scrittura e soprattutto nelle prove di abilità del pensiero critico.

Nelle scuole finlandesi il mondo naturale si usa come punto di partenza e i bambini trascorrono diversi giorni della settimana all’aria aperta. Anche in altri paesi, i bambini dell’asilo trascorrono molte ore in spazi all’aperto, fanno passeggiate con le maestre, giocano con la terra. In Italia ci sono già tante scuole e tante maestre che pur seguendo l’indirizzo tradizionale, incoraggiano il contatto con la natura, attraverso giornate in cui si fa giardinaggio ed escursioni.

Secondo me bisogna assolutamente integrare il percorso educativo tradizionale con quello suggerito  dalla Montessori.>>

Recentemente sono sorti in Norvegia i primi ospedali nei boschi. Molti pedagoghi hanno riscontrato un miglioramento delle condizioni psico-fisiche dei piccoli pazienti. Saresti favorevole alla costruzione di un tale progetto anche qui in Italia?

<<Si tratta di spazi progettati per i bambini e attrezzati, di cui si stanno studiando i benefici. Ricordano la casa sull’albero, vi si trovano corridoi a zig-zag. Spero che quest’idea venga presa in considerazione anche in Italia.>>

 

Hai scritto molteplici racconti inediti, come nascono e che messaggio vogliono trasmettere?

<<Sono dei racconti   nati dalla frustrazione rispetto a un certo modo di pensare. Tanto tempo fa ho avuto modo di osservare e di vivere in parte pezzi di mondo che sono rimasti antichi, era un mondo su cui c’era tanto da dire perchè aveva tanto di buono, ma anche di sbagliato e che mi ha ispirata molto in tutti i miei scritti.

Il titolo di questa serie é “Comare Berta la superstiziosa”. La protagonista é una donna attaccata a pratiche superstiziose che altro non sono che resti di credenze e culti antichissimi, che tende a imputare ogni cosa al soprannaturale. La sua superstizione la porta ad avere un’immagine distorta delle persone e delle situazioni, che si avvicina poco alla realtà. La sua vittima preferita é in un certo senso la figlia Filomena che ha recepito e cerca di approfondire le credenze che la madre le ha tramandato.

Ora questi racconti sono un po’ una caricatura di un certo modo di fare che però non é tipico di ambienti arretrati e di persone poco informate. Sembra infatti che il timore che gli altri possano esercitare un influsso negativo su di noi sia radicato nell’inconscio dell’uomo di ogni livello culturale e sociale.

Credo anche che proprio perchè é umano cercare a tutti i costi di riuscire in quello che si fa oppure cercare spiegazioni, cercare una connessione con il soprannaturale, credo che la superstizione cambi e si adatti alle epoche. Secondo me anche il mondo contemporaneo é pervaso di superstizione e di correnti di pensiero intrise di superstizione.

Oggi vanno di moda principi che derivano da filosofie orientali, religioni nate di recente all’interno del cristianesimo,  correnti di pensiero che secondo me sono intrise di superstizione e anche di suggestione. Vanno di moda principi che portano le persone a non reagire, a subire situazioni negative perchè in un certo senso sono meritate.>>

 

La tradizione è importante, nella misura in cui essa è arricchimento e radice della nostra cultura. Ma quanto può essere limitate aggrapparsi a false credenze?

<<La tradizione é arricchimento nel momento in cui si ha la coscienza che qualcosa ha avuto un’origine in un certo periodo del passato per determinati motivi. Nel momento in cui diventa un credo potrebbe diventare una prigione mentale. Per i personaggi di questi racconti umoristici é sicuramente una prigione mentale. Le false credenze possono essere pericolose e distruttive. Quando non é riconosciuta come tale, la superstizione, i falsi credo, a volte rafforzati dalla mancanza di informazione, spalancano le porte alla manipolazione mentale da parte di chi é in malafede o da chi vuole ottenere qualcosa da noi.Alcuni credono in modo indiscriminato nell’infallibilità della loro guida spirituale. Il risultato sono vite distrutte, gente che ha creduto a tutto e che non riesce più a credere a nulla, persone che hanno perso la speranza.Purtroppo ci sono dei momenti in cui si affrontano difficoltà tali, che si arriva ad aggrapparsi a tutto, può capitare a chiunque.>>